"VENICE MARATHON" DI ALESSIO SALANDIN

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ALESSIO SALANDIN RACCONTA LA

"27^ VENICE MARATHON 2012" 

Pioggia, vento e freddo. E In aggiunta essendo a Venezia, il fenomeno dell’acqua alta. La "27^ Venice Marathon"  è stata caratterizzata dal maltempo, ma è risultata ugualmente un successo di partecipanti e di entusiasmo. Come sempre. Dal punto di vista sportivo ennesimo trionfo degli atleti keniani. Ha vinto il trentenne Philemon Kipchumba Kisang in 2:17:00 con oltre un  minuto di vantaggio sul connazionale Titus Masai. La gara femminile ha invece visto il dominio dell’etiope ventiduenne Emebt Etea Bedada che ha chiuso in 2:38:10 nei confronti della connazionale Beriso Halima Hassen (2:48:32).

Da segnalare la grande impresa compiuta da Alex Zanardi, grande protagonista a Venezia.   Alex ha accompagnato al termine della Maratona il giovane diversamente abile Eric Fontanari.  Una iniziativa che rientra nel nuovo progetto di Alex chiamato “Bimbingamba Sport”. Nella prima metà della gara il fresco campione paraolimpico di Londra ha spinto il diciottenne trentino, anche lui su una handbike. A Mestre Eric è andato in crisi ed Alex ha messo il suo mezzo davanti a quello del compagno e con una corda l’ha trainato fino nei pressi del traguardo. Ad un metro dal traguardo Alex è sceso dalla sua carrozzina sedendosi a terra e spingendo con le braccia l’handbike di Eric che così ha tagliato la linea per primo. Un momento davvero straordinario  che testimonia la grandezza e la generosità di Alex Zanardi.

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Alex Zanardi

bDieci gli atleti "orange"  che hanno "assaggiato" direttamente le condizioni atmosferiche proibitive della gara. Ciononostante tre di loro hanno centrato l'obiettivo del record personale ! Migliore prestazione per Ermanno Quagliotto, (92° assoluto) in 2:58:30. Alle sue spalle Alessio Salandin (3:07:09),  Maurizio Sibona (3:20:37), Luca Zumaglini (3:21:56), Carmelo Giuffrida Trampetta (3:32:13), Stefano Frongia (3:40:32),  Marino Reverdito (Record pers. 3:52:18), Stefano Comba (4:01:03), Enrico Faletti (Record pers. 4:09:59) e Roberto Bortoloni (Record pers. 4:18:20).ù

L'atleta "orange"  Alessio Salandin si è classificato in 216a posizione in 3:07:09  ed ha raccontato la sua "Venice Marathon" ed è con vero piacere che vi  proponiamo le sue emozioni.  

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Alessio Salandin

Io amo viaggiare. E la maratona è un lungo viaggio che parte da lontano : è lungo, faticoso, irto di km. e km. e ore rubate a hobby ben più riposanti.  Questa volta mi piace pensare che il cammino sia cominciato a Passau, un piccola città tedesca tra il Danubio e il fiume Inn una domenica mattina. Una volta aperti gli occhi, nel brutto albergo trovato all’ultimo minuto, non ho proprio avuto dubbi : cosa faccio in questa umida micro stanza mentre sta sorgendo il sole ? Prendo i pantaloncini, una maglietta e le scarpe; 10 km di corsa in collina tra verdi prati, un castello e lungo i 2 fiumi, cominciando a pensare a Venezia, la laguna e i famigerati ponti sui canali.

Un’altra immagine che mi porterò dentro è una mattina in Cappadocia, in Turchia. Alla mattina d’estate si levano al cielo tantissime mongolfiere per godersi l’alba e un paesaggio unico al mondo. Non potevo perdermelo. Sveglia alle 6 e di corsa ho raggiunto un piccolo promontorio da cui ho ammirato stupefatto una quarantina di palloni coloratissimi e le mille sfumature che il sole regala su onde di roccia incredibili.  Ho seguito un sentiero che portava in una stretta valle col sole in faccia, 2 cani randagi mi seguivano e mi hanno leccato le mani mentre le ombre delle mongolfiere mi superavano sulla terra battuta. Non dimenticherò presto questo momento. E forse potrebbe bastare questa immagine per spiegare meglio a chi non corre il motivo per cui si fanno queste pazzie. 

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Ma della Maratona di Venezia non scrivo niente ?  Si, si ... ma è solo l’ultimo tratto ! La fine di questo viaggio parte da Stra con a  fianco la bellissima villa Pisani; le previsioni che tanto ci hanno impensierito per l’ultima settimana si rivelano giuste : freddo, bora e alla partenza anche la pioggia per una giornata veramente da lupi.

Chi, come l’amica Chiara, si trova ad affrontare per la prima volta questa sfida troverà la giornata climaticamente peggiore per mettersi alla prova. Il privilegio di essere a ridosso dei veri atleti mi permette di partire senza difficoltà, trovando subito l’andatura giusta sulla strada già bagnata, accostando un lungo canale che ci accompagnerà per tanti km.  Mi ritrovo un po’ davanti la “pancia” del gruppo nei primi km., ma un errore veramente da “pivello” mi coglie di sorpresa: mi si slaccia una scarpa ! E si che consiglio sempre ai miei ragazzi di farsi sempre bene 2 nodi prima di fare l’allenamento.

Scarpa_slegata

Sembra quasi un cattivo presagio, ma basta non perdersi d’animo : mi fermo, stringo bene le stringhe e riparto ritrovandomi in un folto gruppo che segue i pacer delle 3 ore. Decido così di stare con loro, al coperto, come se fossimo un essere che compatto cerca di proteggersi dalle folate di bora che col passare del tempo spingono sempre più forte, ovviamente in direzione contraria alla corsa.  Avendo fatto il pacer a qualche gara apprezzo moltissimo i loro incitamenti e lo spirito con cui ci accompagnano. Mi dimentico così di controllare il ritmo ogni km e mi lascio andare a tanti pensieri ; l’animazione musicale di alcuni gruppi che suonano lungo il percorso ci accompagna con dei pezzi rock incredibilmente adeguati: “Even flow” (Flusso costante) dei Pearl Jam, “Born to be wild” (Nati per essere selvaggi) decisamente appropriata e un classico del rock “Highway to hell” (Autostrada per l’Inferno) degli AC/DC, quanto mai profetica pensando al Ponte della Libertà che collega Venezia a Mestre. 

Venezia

Un sorridente Stefano Baldini che ci osserva lungo il percorso, mi dà il “5” regalandomi un’inaspettata sorpresa ; la Gazzetta dello Sport del 2004 con la sua impresa di Atene è gelosamente custodita nella mia scrivania. L’averlo incontrato mentre faccio la mia Maratona mi dà la carica ! I km passano tra piccoli paesi dove non mancano sparuti gruppi di persone che non fanno mancare gli applausi, ma si passa anche dal grigiore della zona industriale di Marghera. In questi frangenti più che a pensare al percorso, mi concentro solo nello stare in gruppo e non perdere il prezioso supporto. A Mestre il tratto nel sottopassaggio della stazione ci regala una tregua dalla pioggia che però subito ci colpisce ancora in piazza, prima del Parco di San Giuliano. Qui si allunga un po’  il percorso perché alla fine Piazza San Marco è sotto l'acqua; bisogna fare quindi qualche km in più qui.

Venezia si intravede sullo sfondo, bellissima ma lontana e immersa tra onde, decise folate di vento e nubi grigie: sarebbe anche un'ottima situazione per scattare splendide foto, ma di certo non è il tempo ideale per chi gradirebbe finire presto questo cammino e bere un the caldo. Mi sgancio leggermente dal gruppo che poco prima del ponte è a soli 50metri. Purtroppo non riesco a stare con loro e mi ritrovo da solo sull’infinito rettilineo. Le sferzate di vento e pioggia ghiacciata sono letteralmente delle sberle che ci colpiscono e ci sballottano sul ponte. La mia lunga barba torna particolarmente utile in questo frangente ! La corsa si fa decisamente faticosa lasciando attoniti i turisti che lentamente, sui loro caldi pullman che ogni tanto mi coprono dal vento, raggiungono Venezia in una giornata decisamente sconsigliata al turista medio. 

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Ponte della Libertà tra Mestre e Venezia

Poco davanti a me un ragazzo viene investito da una raffica di bora che letteralmente lo sposta; si ferma e sbuffa : “ma non si può correre così, adesso bastaaaaaaa!”. La scena mi strappa un sorriso e proseguo per un pezzo con lui verso gli ultimi faticosi km tra vortici di bottigliette e bicchieri dell’ultimo ristoro. Finito il ponte ritrovo un po’ di sollievo vicino alle prime abitazioni di Venezia. Si avvicinano i 14 ponti e anche l’acqua alta dove i nostri piedi già marci trovano ancora un po’ di freddo. Alex Zanardi con la sua handbike mi passa in questi ultimi minuti, mentre trascina un'altra carrozzina di un ragazzo 17enne che sfortunatamente ha perso 2 gambe :  un uomo incredibile, un vero esempio per chiunque. Si attraversa il Canal Grande sul ponte di barche, suggestivo passaggio che ci porta vicino Piazza San Marco, Palazzo Ducale, Ponte dei Sospiri. Una vera gioia per gli occhi. Il traguardo è finalmente vicino, mi faccio un grande applauso e finisco il viaggio : bravo bravo bravo Alessio !!!.

In una giornata così solo il fatto di aver concluso è grande motivo di soddisfazione e appagamento. Un amico mi ha detto che un atleta alla fine ha sbottato: “Adesso le cose sono due: o sono un eroe o un coglione...”. Il mio amico ha risposto : “la seconda ... siamo onesti !!!”. Parecchi ostacoli e momenti di difficoltà ci hanno accompagnato, ma alla fine la vera felicità di ritrovare i propri amici al traguardo è davvero speciale e godersi un meritato bicchiere di vino in una stupenda taverna veneziana (con l’acqua alta anche qui !) non ha prezzo. Auguro vivamente agli amici più cari di essere travolti un giorno da simili emozioni : non so se solo la corsa e la regina delle sue prove possono regalare questi momenti, ma a me succede così. E per questo ogni volta mi ritrovo a pensare a nuovi viaggi, a nuovi posti da vedere e a nuovi amici da conoscere lungo il cammino. 

Un ultimo pensiero : lunedì mattina il sole che filtrava dalle persiane incorniciava una splendida Venezia di una giornata autunnale. Un sorriso e un'imprecazione sono sicuramente scappati dalla bocca di chiunque ha corso domenica. C’est la vie...

aLE

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 Alessio Sallandin vincitore del"MIGLIO IN PISTA 2012" gara sociale della A.S.D. PODISTICA TORINO

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