PISTOIA-ABETONE
LA PODISTICA TORINO
IN CIMA ALL'ABETONE
Domenica 24 giugno ho partecipato alla Ultramarathon Pistoia-Abetone, gara podistica internazionale su strada di circa 50 km.
Recatomi in auto a Pistoia con Mariarosa già nella giornata di sabato, abbiamo pranzato in centro, ritirato nel pomeriggio il pettorale e, dopo un giro turistico della Pistoia antica, partecipato al pasta party offerto dall’organizzazione, durante il quale abbiamo incontrato alcuni atleti provenienti da Torino e dove ho potuto chiacchierare con uno dei membri della Società organizzatrice della gara, la A.S.C.D. Silvano Fedi di Pistoia. Dopo aver concluso con un maxi-yoghurt, siamo rientrati in hotel dove, preparando le cose per il mattino, scopro di avere il cinghietto del Garmin rotto. Prontamente riparato grazie a me ed alla disponibilità del personale dell’hotel che mi ha trovato il necessario, finalmente mi ritiro a riposare a domenica già cominciata.
Al mattino la colazione è servita alle 06:30. Mi "accontento" di aranciata, fette biscottate e cappuccio. Dopo aver accompagnato Mariarosa alla macchina, così da non restare bloccata a Pistoia (sino al 1° traguardo la strada verrà bloccata dalle 07:30 alle 10:00), intorno alle 07:00 mi reco al vicino ritrovo in piazza Duomo. Lei mentre corro, si occuperà del servizio fotografico (per vederlo clicca qui!).
La giornata si presenta serena e per le strade è tutto tranquillo. Incontro solo qualche podista e qualche accompagnatore. La piazza è piena per circa ¼ . Una settantina di persone attendono davanti ai numerosi bagni allestiti per l’occasione, mentre una quindicina sta spedendo la borsa al proprio traguardo.
Mentre osservo mi sento chiamare: è Carmine Sansone, un atleta della Cedas Fiat. Chiacchieriamo un po’. Lui non mi crede quando gli dico che in quest’occasione mi arriverà finalmente davanti. Se ne ricrederà più tardi all’Abetone. Intanto ci avviciniamo a via Cavour, a cui si accede tramite un varco in cui è posto un tappeto che rileva il chip: è la punzonatura, la fase che precede la partenza. Alle 07:28 veniamo fatti confluire nella via successiva da dove, alle 07:30, viene data la partenza.
Saluto Sansonne e mi avvio lentamente in mezzo alla folla dei partenti, ben oltre 1000 persone iscritte in 180 al 1° traguardo (Le Piastre – 14 km), in 260 al 2° (San Marcello – 30 km) ed in 760 più coraggiosi, o matti, a quello dell’Abetone (~ 50 km). Dopo 2 km incontro la Sidoti, ma al 3° km (1° ristoro) allungo leggermente e la perdo. Intravedo più avanti un atleta della Ferrero Alba che a volte incontro nelle gare fuori provincia, ma ha un passo più veloce. Al 5° km oltrepasso un ponte e comincio a salire.
La salita è subito dura (ma non durissima), continua ed a tratti impegnativa, ed io adeguo il mio passo dai 5 ai 5,50 min/km. Ai lati della strada molte persone venute a vederci: in parte sono accompagnatori (parenti, amici, compagni di squadra), in parte invece sono residenti. Intorno a me ci sono però troppe bici. La salita ora si fa più impegnativa ed io riadeguo l’andatura: dai 5,50 ai 6,40. Poco prima del 6° km supero un altro ristoro, ma non mi fermo ancora: decisamente ci sono troppe bici ed è alto anche il numero di chi corre con la musica nelle orecchie. Intorno al 9° km mi fermo al 3° ristoro. Da qui in poi farò sosta a quasi tutti quelli che incontrerò, senza quasi mai cibarmi (2 pezzi di banana dopo il 33° km) ma sempre bevendo un po’ di sali e di acqua (verso la fine anche Coca Cola che non avevo trovato sino a quel punto). Occorre infatti porre molta attenzione a non disidratarsi: il caldo è intenso ed il rischio crampi/svenimenti decisamente elevato. Riprendo a salire e penso che si corre insieme a tanti, ma in realtà si corre soli. Ogni tanto qualcuno dice qualcosa, ma sono in pochi. Anche i ciclisti cominciano a fare fatica.
Eccomi giunto al 10° km e penso che sono già ad 1/5 della mia fatica: bene! Intanto che affronto alcuni tornanti, vedo un signore seduto sotto un ombrellone e penso: beato lui che si riposa all’ombra. Intorno all’11° km sosta al ristoro e via, mentre al 12° km c’è un doppio controllo dei giudici. E qui accade l’unica nota veramente stonata della gara. Tra il 12° ed il 13° km, nel tratto chiuso al traffico, compare improvviso un pulman gran turismo che scende verso valle ad una velocità che sarebbe eccessiva anche in condizioni di strada aperta. Io che salgo nell’altra corsia me lo trovo di fronte all’improvviso e sono costretto a spostarmi rapidamente: lui non si sarebbe fermato!
Poco dopo incrocio il cartello del 44° parallelo. Faccio un piccolo check-up mentale, Lo strappo mi fa un male costante ma sopportabile, l’importante è porre attenzione a come corro. A volte ho una fitta alla caviglia destra ma incolpo la non corretta postura dovuta proprio allo strappo. Penso che ad allenamento sono messo male, ma ad esperienza e testa sto benone. Poco prima del 1° traguardo vedo l’auto di mia moglie e, subito dopo, lei intenta a far foto. Scambio due parole mentre faccio tappa al ristoro, poi la saluto e riparto, stavolta in discesa. Da qui in poi la strada è aperta al traffico ed io proseguo senza spingere eccessivamente, seppur in discesa: sento le gambe un po’ indolenzite. Poco prima del 15° km mi raggiunge la Sidoti ma, al 16° km sono nuovamente solo.
La discesa continua, ma io non esagero: scendo ai 5,15. Al 20° km ristoro: la Sidoti mi raggiunge nuovamente e si ricomincia a salire. Neanche 1 km e sono nuovamente solo. Poco prima del 22° incomincia un tratto sterrato per circa 1,5 km. Poco prima del 24° km altro ristoro e passaggio sul tappeto per lettura chip. La strada, ora asfaltata, riprende a salire, molti camminano, io no! Proseguo ad un passo compreso tra i 7 ed i 7,30. Molti cercano l’ombra, io cerco la traiettoria più corta.
Ho superato i 26 km: sono a metà e corro ancora mentre la strada comincia a scendere ripidamente. Non voglio rischiare la gamba e perciò scendo in modo controllato: preferivo salire. Al 27° km ristoro, mentre al 29° ritrovo Mariarosa con la sua macchina fotografica. Mentre scambiamo due parole, intravedo passare la Sidoti. Guadagnerà alcuni minuti nella parte di discesa rimanente, e li conserverà sino all’arrivo all’Abetone. Riparto e penso che ancora una mezza maratona e sono arrivato: in fondo che ci vuole?
30° km con ristoro. Sono al 2° traguardo, quello di San Marcello. Proseguo verso l’Abetone e supero il tappeto per la lettura chip. Al 32° km mi supera la Baldi, veloce e pimpante come sempre. Ha da poco concluso la Nove Colli (19 maggio - 203,5 km) ed il Passatore (27 maggio - 100 km): brava !!!! Al 33° km ristoro e poi si ricomincia, a salire. Si fa fatica a camminare. Il traffico è sempre più elevato. Prime avvisaglie di crampi: devo camminare un po’ alternando con la corsa. Poco dopo il 36° km ristoro e, dopo ½ km, Mariarosa che fa foto, ed al 40° km altro ristoro. Primo vero crampo localizzato sotto il ginocchio destro, all’interno della gamba, mentre affronto una serie molto ripida di tornanti: devo così rinunciare anche ai brevi tratti di corsa. Altro ristoro dopo il 41° km, altra serie di tornanti, ed altro ristoro dopo solo un chilometro. Devo fare i complimenti sia per i ristori, frequenti e sempre ben forniti sia di liquidi (acqua, sali, coca-cola) che di solidi (fette biscottate con marmellata o Nutella, pesche, mele, albicocche, melone, banane, ecc.), sia per le ambulanze distribuite capillarmente lungo tutto il percorso gara.
Supero il controllo del passaggio maratona con tanto di tappeto lettura chip: 4 ore e 50 minuti. Dopo il 43° km mi fermo al ristoro ed alzo lo sguardo: sopra di me con un paio di tornanti, la strada s’inerpica di brutto. Mi fermo quasi 10 minuti e poi riprendo.
Intorno al 45° km incontro il cartello che indica che siamo nel territorio comunale di Abetone. Intorno a me tutti camminano. La salita, il caldo e la stanchezza non permettono altro. Poco dopo controllo giudici di gara, e poi trovo Mariarosa che scatta ancora foto: instancabile. Al 47° km e quasi al 50° km ristoro. In mezzo torno a correre per un po’: la salita lo permette. Ed infine eccomi sull’Abetone. Taglio il traguardo sotto gli scatti di Mariarosa, m’infilano una medaglia al collo e mi tolgono il chip. Ebbene sì: c’è l’ho fatta anche stavolta. Il tempo finale è di 6 ore, 2 minuti e 53 secondi. Mi piazzo 293° su 685 arrivati. Circa un’ottantina invece non c’è l’hanno fatta. Peccato, ma è stata veramente dura! Un percorso decisamente impegnativo. Per rendere l'idea ho realizzato un grafico comparativo tra la Pistoia-Abetone e la Savigliano-Valmala.
Mi cambio e mi rilasso un momento. Poi mi reco al pasta party dove, condividendolo con mia moglie, consumo un piatto di pasta ed un bicchiere di vino.
Infine rientriamo a Pistoia, doccia in hotel e via verso casa. Sto bene ed insisto per guidare io già dall’Abetone fino a Torino, dove consumeremo cena con un buon boccale di birra. Sono soddisfatto della mia prova. Il caldo l’ha fatta decisamente da padrona ed io ho assunto quasi 5 litri di liquidi durante la gara e 3 prima di andare a dormire, per riuscire a combatterlo.
Concludo questa cronaca, salutando Carmine Sansone della Cedas Fiat (visto che mi sei arrivato davanti?), Monica Baldi dell’Avis Vigevano (ci vediamo al’Alphemarathon ok?), Rosina Sidoti del Balangero (avevo ragione io che i tuoi dolori erano solo pretattica eh eh eh eh !!!) e Francesco Cimino dell’Atletica Caselle ‘93 (complimenti; ti sei migliorato e non sei arrivato stravolto), che hanno partecipato a questa pazzia. Ringrazio infine tutti coloro che mi sono stati vicini, prima e dopo la gara, ed in particolare Mariarosa che ha accettato ancora una volta di accompagnarmi in una delle mie mattane.
Un saluto a tutti ed alla prossima.
La foto della partenza è di Massimo Carradori ed è tratta dal sito:
http://www.pistoia-abetone.net/.