CRONACA DI UNA MARATONA

La maratona di Torino di Salvatore Diconto

 

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Salvatore Diconto l'infermiere/maratoneta esordisce in Orange il 26 marzo 2017 alla Mezza Maratona di Torino e
l'otto aprile 2017  porta a termine la sua prima maratona a Milano  in 04:04:01. 

 
La maratona che non avrei mai voluto fare: Torino;
perché sai sempre dove ti trovi, perché sei del posto e riesci sempre a capire i vari giri che impone il percorso di gara prima di giungere al traguardo e talvolta sono davvero tanti ed esagerati. Ma è anche vero che quei 42.195 metri vanno fatti. Tutti.
Stamattina l’ho corsa tutta e bene. Mi sentivo in una forma particolare, munito di una tranquillità e lucidità mentale che solitamente non mi appartiene, ma oggi ne ho approfittato e mi sono  lasciato possedere da questo raro (per me) spirito da maratoneta esperto. 
I miei 2 amici nonché compagni di squadra, Alessandro Scarlata e Prestia Paolo sono passati alla buonora (07:30) da casa mia per andare insieme al luogo di partenza: Piazza San Carlo. 
Il Marathon Village era lì da tre giorni e già i primi atleti che ci avevano anticipati, iniziavano il loro riscaldamento. Man mano che i minuti passavano, la piazza si rendeva sempre più colorata e colma di persone che giungevano da più parti d’Italia per un solo obiettivo:correre.
Le competizioni erano due: La30 ossia 30 km con partenza da Piazza San Carlo e arrivo a Mirafiori e la maratona con partenza sempre nella stessa piazza e arrivo in Piazza Castello. Ci si informa per il deposito borse, io potevo lasciare il mio zaino al Village, mentre i miei due amici, che gareggiavano nella 30km, avevano a disposizione un pulmino che,  ricevuti tutti i borsoni, li avrebbe portati nel luogo di arrivo per buona comodità dei partecipanti. 
Purtroppo però, per quelli della 30 km, non era previsto alcun servizio navetta che riportasse in centro a Torino dove molti avevano lasciato l’auto.
Appresa la triste notizia da parte dei miei compari d’avventura sul doversi organizzare autonomamente una volta arrivati decidiamo di iniziare a riscaldare i motori. La temperatura era ottima e le nuvole cariche di pioggia non mancavano ma resistevano al punto da averci regalato un clima perfetto dove non si è patito il caldo e si è corso benissimo.
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Si fanno le 09:30 parte l’inno nazionale e subito dopo si avverte lo sparo dello start alle due competizioni. Lo speaker annuncia una partecipazione di circa 2000 atleti dei quali, 250 circa per la gara da 30km, il resto per la maratona. Partiti…! Tutti insieme. Tra gli applausi di amici e parenti, ci lasciamo trasportare anche noi da questa ondata di festa. Ma siamo in pochi. È vero che essendo una gara che non tutti riescono a svolgere, la partecipazione è notevolmente ridotta rispetto a quelle da 10km o ad una mezza maratona ma ci si aspettavano numeri differenti.

Il servizio d’ordine è stato importante e impeccabile durante tutto il percorso di gara che prevedeva la presenza di polizia municipale, carabinieri e volontari di Team Marathon. Anche i ristori presenti ogni 5 km e gli spugnaggi sono riusciti ad essere all’altezza della situazione.

I primi 27-28 km li ho fatti tutti con il mio amico Paolo, socio di corsa, compagno d’avventura già nella precedente esperienza di Milano (08-04-2018) dove ci siamo cimentati nella nostra prima maratona. La sua compagnia è stata fondamentale per tenermi vigile e partecipativo. Abbiamo tenuto un buon passo (ovviamente considerando i nostri ritmi) che si aggirava sempre tra i 5.00 ed i 5.15. A volte mi accorgevo di andare troppo veloce (4.40-4.50) ma quando si sta bene e si corre scambiando un paio di chiacchiere non te ne accorgi. Mi dispiace solo per Alessandro che essendo alla sua prima esperienza oltre i 22km, forse avrebbe meritato un po’ più di presenza da parte nostra. Ma anche lui è uno “cazzuto” e ha saputo tener testa alla situazione per tutto il suo percorso.
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Si giunge al 30º km…Paolo mi aveva staccato già un paio di km prima per il suo sprint finale come è giusto che sia. Passo sotto l’arco dell’arrivo al 30º e Paolo era lì ad aspettare il mio passaggio e incitarmi di non mollare mai, ormai divenuto il nostro motto. Ma quando ho visto Paolo c’era qualcosa di strano, non era gioioso come sempre. Mancava qualcosa ma non capivo cosa. Intanto continuo a correre senza mai fermarmi. Dovevo fare il personale, dovevo fare meno delle 4 ore e 4 secondi impiegati a Milano. Volevo vedere il 3 come primo numero davanti al mio tempo da finisher. Si perché l’avrei finita, me lo sentivo. Avevo la dinamica giusta che nel rispetto delle mie (nuove) possibilità, mi concedeva una carica mai conosciuta.
È proprio vero che in gara subentrano determinati fattori poco conosciuti che inducono a dare quanto in allenamento non si riesce mai ad ottenere. 
I km passavano e ai vari ristori approfittavo per un bicchiere di Sali e uno di acqua per avere la giusta idratazione e per consentire ai gel che assumevo poco prima di essere assorbiti correttamente senza dare l’effetto “tufo nello stomaco”. 
Siamo nuovamente in zona centro a Torino, 39º km, i crampi avevano già fatto il loro sporco lavoro ma non erano così imponenti da farmi fermare come ad altri atleti visti durante il percorso. Sarebbe stato poco furbo fermarmi a 3 km dall’arrivo. 
Si arriva davanti alla stazione Porta Nuova, siamo alla fine, meno di 1 km e avrei potuto mettere anche questa esperienza nel mio curriculum di vita. La gente acclamava festosa e incoraggiante fino all’arrivo in Piazza Castello. 
Negli ultimi 300 metri cercavo con lo sguardo mia moglie e mia figlia che erano venute a vedermi e questo mi ha dato la carica giusta fino all’ultimo passo. 
Ad un tratto sento urlare “papà…è papà”. Sono loro che mi aspettavano. Mia moglie con un sorriso mi ha dato l’ultimo incoraggiamento, mentre mia figlia ha deciso di aiutarmi passando sotto la transenna; mi ha preso per mano e mi ha tirato correndo insieme a me come facciamo spesso quando andiamo a giocare al parco. Tagliamo il nostro traguardo insieme io e la mia principessa. Non potevo aspettarmi un’emozione migliore. 
Ero soddisfattissimo per tutto. Una gara goduta dallo start fino alla fine. Mai una fermata o un tentennamento, la mente sempre lucida e presente.
Ma soprattutto l’arrivo, quell’arrivo una gioia immensa che si è riempita ancora di più quando ho guardato il tempo impiegato: 3h45’….e anche il personale è stato fatto!!!
Nonostante la fatica, la stanchezza sono riuscito anche a battibeccare con un giudice di gara che mi contestava l'ingresso di mia figlia nel corridoio finale; sono quelle azioni, quei gesti innocenti fatti dall'emozione, con il cuore di una bimba verso il papà e con un papà ancora adesso emozionato e "vincente".
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Paolo, come accenavo, era contrariato poiche' chi aveva gareggiato nella 30 non gli era stata consegnata la medaglia e si sa : il metallo e' importante!
Ma ciò che conta alla fine, è che tutti ci siamo divertiti e che siamo stati bene…questo è lo scopo di questa droga chiamata RUNNING.

Commenti  

#1 Burdisso Gabriele 2018-11-09 13:20
Bravo Salvatore. Grazie del tuo bel racconto. Complimenti!

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