ESAMI DEL SANGUE : SIDEREMIA
Esami del sangue
Sideremia
Le analisi del sangue sono uno degli esami più frequenti per comprendere l'andamento del proprio corpo. Tantissime sono le informazioni messe a disposizione da questo tipo di analisi. Una corretta interpretazione può permettere di apportare i correttivi necessari per fare girare il proprio motore nelle migliori condizioni. In campo sportivo è consigliabile eseguire le analisi del sangue almeno una o due volte all'anno, a distanza di qualche giorno da un impegno agonistico e, possibilmente, a distanza da pasti particolarmente abbondanti.
E' importante tenere traccia di ogni analisi effettuata, in modo da poter capire nel tempo l'andamento di qualche particolare valore, ma è fondamentale che la verifica dei risultati sia condotta dal proprio medico; può infatti capitare che un valore risulti fuori dal "range" indicato senza che per questo vi sia un problema reale.
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La sideremia è la concentrazione di ferro nel sangue, in cui si trova combinato con la transferrina. I valori normali della sideremìa sono suscettibili di variazioni fisiologiche in rapporto all'età, al sesso, all'ora della giornata o alle circostanze ambientali. La misurazione della sideremia è estremamente importante per la valutazione delle riserve di ferro presenti nell'organismo.
Per una corretta misurazione della sideremia, è consigliabile il digiuno per almeno 10-12 ore prima del prelievo del sangue e la sospensione di eventuali farmaci a base di ferro nella settimana precedente. E' preferibile effettuare il prelievo di sangue al mattino.
I valori di riferimento per la sideremia sono (microgrammi per decilitro di sangue) :
infanzia - inferiore a 100 mcg/dl
uomo 53 - 167 mcg/dl
donna 49-151 mcg/dl
Il semplice dosaggio della sideremia, considerata anche la notevole variabilità dei suoi valori, non ha una grossa rilevanza clinica, mentre diventa molto utile se associato ad altri esami, come la ferritinemia e la transferrinemia, che aiutano a costruire un quadro più completo del metabolismo ferrico nell'organismo.
Il ferro è un bio-elemento fondamentale per gli organismi. Il patrimonio complessivo di ferro in un soggetto adulto in condizioni normali è compreso tra i 3 ed i 5 grammi, di cui circa il 65 % è da considerarsi come "ferro attivo" e la quota restante si trova depositata, sotto forma di ferritina e di emosiderina, nel fegato, nella milza e nel tessuto osseo ed è il cosiddetto "ferro di riserva".
Il quantitativo di ferro presente nell'organismo è determinato dal bilanciamento e dalla compensazione tra la riduzione (circa 1 gr. al giorno) dovuta all'eliminazione attraverso le urine, il sudore, il processo di crescita di capelli ed unghie e l'apporto alimentare mediante l'introduzione del cibo.
I cibi con il maggior contenuto di ferro sono le carni rosse in genere, ma anche quelle bianche, i salumi, il pesce, il tuorlo d'uovo, alcune verdure (spinaci, radicchio rosso), le frattaglie (fegato, milza, polmoni), i legumi e la frutta secca.
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Una corretta alimentazione permette l'introduzione di circa 10 mg. di ferro al giorno. Ma non tutto il ferro ingerito è oggetto di diretta assimilazione. Poichè esiste nell'organismo uno specifico meccanismo che regola l'assorbimento intestinale secondo il reale ed effettivo bisogno, la quantità di ferro assorbita è direttamente proporzionale alle necessità fisiologiche. Infatti solamente il 10 % del ferro introdotto viene in genere assorbito dall'organismo. Ecco perchè un aumento della perdita di ferro, ad esempio per un'emorragia o l'incremento del fabbisogno necessario, in modo particolare nella fase di crescita legata all'adolescenza, determinano carenze di ferro.
Un'altra causa della perdita di ferro è rappresentata dalla pratica motoria e sportiva, principalmente per l'incremento della sudorazione.
Esistono altre situazioni o patologie che comportano un aumento dei valori come diverse forme di anemia (es. mediterranea, perniciosa), l'etilismo cronico, la cirrosi epatica, le leucemie e le trasfusioni ripetute. Se invece il valore della sideremia è molto basso, ciò può capitare alle donne in fase di gravidanza e di allattamento, in stati di carenza di vitamine B e C o a causa di emorragie, di diabete, di neoplasie e spesso per l'età avanzata.