ESAMI DEL SANGUE : COLESTEROLO
Esami del sangue
Colesterolo
Le analisi del sangue sono uno degli esami più frequenti per comprendere l'andamento del proprio corpo. Tantissime sono le informazioni messe a disposizione da questo tipo di analisi. Una corretta interpretazione può permettere di apportare i correttivi necessari per fare girare il proprio motore nelle migliori condizioni. In campo sportivo è consigliabile eseguire le analisi del sangue almeno una o due volte all'anno, a distanza di qualche giorno da un impegno agonistico e, possibilmente, a distanza da pasti particolarmente abbondanti.
E' importante tenere traccia di ogni analisi effettuata, in modo da poter capire nel tempo l'andamento di qualche particolare valore, ma è fondamentale che la verifica dei risultati sia condotta dal proprio medico; può infatti capitare che un valore risulti fuori dal "range" indicato senza che per questo vi sia un problema reale.
Articoli pubblicati in precedenza :
ematocrito
globuli bianchi e globuli rossi
creatinina
glicemia
Il colesterolo è uno steroide, cioè una molecola lipidica costituita da quattro anelli policicloalifatici e una coda alifatica oltre ad eventuali gruppi funzionali. La struttura policiclica di base prende il nome (facile da ricordare ...) di Ciclopentanoperidrofenantrene.
La parola colesterolo proviene dal greco chole (bile) e stereos (solido), ed è stata utilizzata per la prima volta nel 1894. Il colesterolo è di colore bianco ed ha una consistenza simile a quella della cera. La sua presenza era già stata riscontrata nei calcoli della cistifellea nel 1784, ma solo nel 1975 il premio Nobel John W. Cornforth ha precisato l'orientamento spaziale degli atomi di idrogeno sulla molecola. Il colesterolo è indispensabile per la vita animale. Le piante contengono colesterolo solo in lievi tracce ed altre sostanze lipidiche strutturalmente simili (fitosterine o fitosteroli).
L'uomo produce per biosintesi autonoma la maggior parte del colesterolo necessario, negli adulti tra 1 e 2 grammi al giorno. Solo una piccola parte (in media tra 0,1 e 0,3, con un massimo di 0,5 grammi) viene assunta con l'alimentazione; la maggior parte del metabolismo del colesterolo avviene nel fegato. Il contenuto di colesterolo nell'organismo umano è di circa 150 grammi.
Fra i termini nutrizionali, la parola "colesterolo" è senza dubbio una delle più note. Intorno a questo termine c'è però molta confusione: lo si ritiene impropriamente un grasso e non è sempre chiara la differenza fra quantità di colesterolo contenuta negli alimenti e colesterolo serico, ovvero concentrazione di colesterolo nel sangue, misurata con test clinici. Innanzitutto il colesterolo non è un grasso, ma uno "sterolo". Nè si tratta di un composto tossico: esso è infatti un componente naturale dei tessuti animali ed anche del nostro organismo ove svolge un ruolo essenziale a livello metabolico. Ad esempio, esso è il precursore di un composto poi trasformato in vitamina D, quando la nostra pelle viene esposta alla luce del sole. Le nostre ghiandole sessuali e surrenali impiegano il colesterolo per costruire alcuni ormoni. Il fegato converte il colesterolo in sali biliari, sostanze indispensabili per una corretta funzione digestiva.
Il colesterolo è componente di molti alimenti, sempre di origine animale, e si accompagna ai grassi. Ma anche se noi non consumassimo alimenti di origine animale, il nostro organismo continuerebbe a produrre colesterolo in certe quantità, essendo questa sostanza indispensabile al metabolismo. Il colesterolo viene introdotto nell'organismo attraverso gli alimenti, ma è anche prodotto dal fegato e dalla corteccia surrenale. Il nostro corpo produce 2 grammi di colesterolo al giorno. In condizioni normali ciò sembra essere alla base di un meccanismo di autoregolamentazione per cui il nostro organismo tende a produrre meno colesterolo e ad eliminarne di più se la dieta ne è troppo ricca. In questo l'eredità è un fattore molto importante: ci sono persone, che per motivi genetici, hanno un cattivo meccanismo di autoregolamentazione con conseguente produzione del colesterolo in modo caotico, senza tenere conto cioè dell'apporto alimentare.
Il colesterolo totale si divide in colesterolo VLDL (a bassissima densità), LDL (a bassa densità) e HDL (ad alta densità). Le lipoproteine a bassa densità (LDL) veicolano tra il 60% e l'80% del colesterolo sierico. Presentando molta affinità con le cellule dell'endotelio delle arterie, liberano il colesterolo sulla parete dei vasi (costituisce la placca ateromatosa nell'aterosclerosi); viceversa le lipoproteine ad alta densità (HDL) svolgono la funzione opposta, rimuovendo il colesterolo dalle arterie e riportandolo al fegato. Incerto è invece il significato del colesterolo presente nelle lipoproteine VLDL.
L' LDL si deposita nei vasi sanguini ed è la principale causa di aterosclerosi (è conosciuto come colesterolo cattivo), mentre l'HDL (detto invece colesterolo buono) gira vorticosamente nel sangue e con questo movimento svolge la funzione di pulizia delle arterie.
Il colesterolo non va visto come un nemico, anzi, esso è indispensabile per la formazione di certi ormoni e proteine. L'aumento, poi, di una sua frazione, l'HDL, è addirittura un fattore preventivo nei confronti della malattia aterosclerotica. Il contenuto di colesterolo totale, espresso in milligrammi per decilitro, non dovrebbe mai superare il valore di 180 ml/dl nelle persone sotto i 30 anni ed i 200 ml/dl nelle persone sopra questa età. Questi sono ritenuti i valori limite.
Quello che comunque ha maggiore importanza è il rapporto tra HDL e LDL, che deve essere a favore della lipoproteina HDL. Per esempio se un alto tasso di colesterolo totale è dovuto solo o in maggior parte all'HDL, ciò può essere addirittura positivo. Anche per il colesterolo (LDL) i primi accumuli nelle arterie incominciano in età giovanile e pertanto è indispensabile che la prevenzione di questa malattia sia attuata quanto più precocemente possibile, soprattutto con l'obiettivo di aumentare il colesterolo HDL rispetto ai valori di quello LDL. L'accumulo del colesterolo nel sangue non dà disturbi evidenti, e infatti per identificarlo occorre un esame di laboratorio; quindi è buona regola sottoporsi ad esami clinici di controllo ogni sei mesi o ogni anno.
I valori oltre la soglia comportano inevitabili rischi cardiovascolari con probabilità di subire una malattia correlata all’aterosclerosi, come l'angina pectoris, l'infarto miocardico, l'ictus o la claudicatio intermittens. Queste malattie, nell'insieme, rappresentano la principale causa di morte nel nostro paese e nel resto del mondo industrializzato.
Su raccomandazionei dell' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), da alcuni anni nelle analisi del colesterolo si distingue:
colesterolemia totale, che deve essere inferiore a 200
rapporto colesterolo totale/HDL, non superiore a 5 per gli uomini ed a 4,5 per le donne
In particolare, è necessario valutare l’indice di rischio cardiovascolare: il rapporto fra colesterolo totale e colesterolo buono HDL; tale indice per un soggetto sano deve essere inferiore a 5 per l'uomo e a 4,5 per la donna. Un soggetto con colesterolo totale a 250 e colesterolo buono a 85 ha un indice di rischio a 2,94 ed è in una condizione decisamente migliore di chi ha il colesterolo totale a 200 e quello buono a 40, dove l'indice di rischio vale 5.
L'importante è capire che il valore del colesterolo totale ha meno rilevanza e ciò che più conta è l’indice di rischio ! In ogni soggetto il meccanismo LDL-HDL dovrebbe assicurare che le arterie restino pulite. Nella valutazione del rischio cardiovascolare contano, oltre al colesterolo, anche altri fattori di rischio come il fumo, l’ipertensione, il sovrappeso e la sedentarietà. La formazione della placca inizia infatti con un processo infiammatorio sulla parete interna delle arterie (endotelio), che richiama i linfociti, che a loro volta fissano colesterolo, calcio e altre sostanze e formano la placca.
Per portare i valori del colesterolo a livelli normali, il primo e fondamentale approccio correttivo per abbassare l'indice di rischio è quello igienico-dietetico. Per questo, l'adozione di una dieta sanaed equilibrata, unitamente all’astensione dal fumo di sigaretta ed alla pratica di regolare attività fisica deve essere considerata fondamentale.
Integratori e farmaci in grado di abbassare il colesterolo, non devono sostituirsi, ma associarsi ad uno stile di vita appropriato. In questo modo, infatti, si potrà sfruttare l'azione sinergica dei due interventi.
Cliccando sull'indirizzo internet sottoriportato è possibile consultare una tabella riepilogativa che riporta i valori di proteine, zuccheri, grassi, colesterolo, fibre alimentari e K/calorie presenti negli alimenti che consumiamo abitualmente :
http://www.ildietista.it/tabelle.htm
ANALISI VALORI COLESTEROLO
Come già precedentemente indicato, non sempre si leggono correttamente i valori che indicano la colesterolemia, ovvero i valori di colesterolo circolanti nel sangue. Infatti non è sufficiente controllare che la cifra fornita dal laboratorio di analisi rientri nella "normalità" o sia stata contrassegnata con un asterisco per indicare valori troppo alti. È necessario infatti conoscere la ripartizione delle due frazioni principali, cioè il cosiddetto "colesterolo buono" (HDL) e quello "cattivo" (LDL). Se per esempio si riscontra un valore genericamente accettabile intorno ai 220 mg/dl, ma si nota che l'HDL è troppo basso (inferiore ai 35 mg per gli uomini e 40 mg per le donne), è necessario adottare misure correttive. Oppure ancora quando si osservano valori di LDL che superano di molto i 130 mg, è necessario correre subito ai ripari. Paradossalmente possono preoccupare meno valori totali sui 240-250 mg/dl ma con un'alta percentuale di HDL (colesterolo buono) e una bassa frazione LDL (tra 80 e 130 mg).
E' importante evitare il "fai da te", ma occorre sempre lasciare al proprio medico decidere se sia necessaria solo una dieta più attenta e meno ricca di grassi animali o se sia conveniente aggiungere anche farmaci specifici. Inoltre possono aggravare la situazione altri fattori di rischio come ipertensione, diabete, obesità addominale, familiarità con ictus o infarto e tabagismo. Ogni situazione va valutata attentamente da un medico esperto e non è detto che con valori apparentemente peggiori, la cura prescritta non sia più lieve. È importante sottolineare però che quando l'ipercolestorolemia ha una familiarità ed è il fegato a produrre un eccesso di colesterolo, sarà difficile che l'alimentazione, se pur rigorosa, possa abbassare i valori totali per più del 15-20%. In questo caso ricorrere ai farmaci potrebbe essere la soluzione più efficace.