YANNIS KOUROS

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YANNIS KOUROS 

LA LEGGENDA DELL'ULTRAMARATHON 

Abbiamo appena pubblicato la Classifica provvisoria del "FORREST GUMP ORANGE 2013", il premio riservato all'atleta della A.S.D. PODISTICA TORINO che percorrerà il maggior numero di chiometri nel corso dell'anno. C'è però nel mondo un atleta che è stato in grado di correre in pochi giorni un numero di chilometri spaventoso : Yannos Kouros !

Proviamo a conoscere in dettaglio questo atleta, definito "LA LEGGENDA DELL'ULTRAMARATHON".

Yannis Kouros è un atleta greco, nato a Tripoli il 13 febbraio 1956, che attualmente vive (e si riposa) a Melbourne in Australia. Tutti gli amanti o gli appassionati delle corse sulle lunghe distanze hanno certamente sentito il suo nome. Yannis Kouros è noto anche come "Dio greco della Corsa", "Successore di Filippide". 

La sua biografia di atleta è stata sempre più ricca, anno dopo anno, ed il numero dei Record mondiali è davvero impressionante, per l'esattezza ben 134 !

Si calcola abbia percorso nella sua carriera oltre 390.000 chilometri, più della distanza tra il nostro pianeta e la Luna !

Yannis ha partecipato anche ad alcune gare in Italia, con un paio di partecipazioni alla 100 km. del Passatore, alla Lupatotissima del 2001 ed alla 24 ore del Delfino di Ciserano nel 2008 (vinta con 261,054 chilometri percorsi).

SPARTATHLON

La leggenda di Kouros nasce nel 1983 quando, da perfetto sconosciuto, chiede e ottiene di poter partecipare alla "Spartathlon", la corsa di 246 km. che parte da Atene per arrivare a Sparta. Al via sono presenti  i più forti ultramaratoneti del mondo. L'obiettivo di Kouros è quello di riuscire a tagliare il traguardo, cercando al limite  di essere il primo greco in classifica. Kouros invece stravince addiritura la gara, polverizzando ogni record precedente, lasciando il secondo a 3 ore di distanza. Egli così racconta quei momenti e che il presunto vincitore era atteso per le 10 di mattina : “quando sono arrivato a Sparta erano le 5 del mattino e i commissari di gara stavano ancora dormendo. Nessuno mi credeva, tantomeno il sindaco che fu letteralmente tirato giù dal letto per la premiazione”.

La notizia della vittoria fa il giro del mondo, ma i sospetti si accumulano e alcuni atleti lo accusano apertamente di aver tagliato o di aver coperto parte della distanza in auto. Come dare loro torto? Chi non avrebbe sospettato di fronte ad un tale exploit da parte di uno sconosciuto, che prima di allora non aveva mai corso più di una Maratona ?

Kouros, ferito nell’orgoglio, decide di smentire tutte le voci che girano sul suo conto e si presenta alla "6 giorni" organizzata dal New York Road Runner’s Club.

NY_ROAD_RUNNERS

Vuole dimostrare al mondo che la sua vittoria alla Spartathlon non è frutto dell’imbroglio e vuole dare prova di tutto il suo valore. In realtà a Kouros non interessava la "6 giorni", ma puntava solo a battere il record della 24 ore. Nessuno è al corrente, tra gli spettatori e gli avversari, che Kouros intende fermarsi dopo 24 ore. La gente stupefatta vede letteralmente volare sulla pista di atletica quel greco sconosciuto ritmo forsennato, doppiando continuamente tutti gli altri atelti in gara. Gli sfidanti e il pubblico lo guardano esterrefatti, aspettano la crisi da un momento all’altro. Il greco inanella un giro dopo l’altro come un forsennato, come se la gara stesse per finire invece è appena iniziata. Nonostante tutto, Kouros limita la sua prestazione a “soli” 262 km., quindi il tentativo di battere il record del mondo per cui si era presentato fallisce. Nella sua testa emerge allora un pensiero folle. Visto e considerato lo sforzo fatto sino ad ora perche’ sprecare e gettare tutto il lavoro al vento ? Perchè non continuare e tentare di battere il record della 48 ore ?
Kouros continua imperterrito e allo scadere del secondo giorno fa segnare 425 km. ! Nuovo record del mondo. Questa la migliore risposta che potesse dare a tutti quelli che lo avevano accusato di aver imbrogliato. Ma Yiannis non si accontenta e decide di non fermarsi. Gli avversari sono lontanissimi e allora perché non tentare di vincere la gara? Il greco continua giorno dopo giorno, superando difficoltà allucinanti. L’idea era di correre solo per 24 ore e quindi aveva portato con se unicamente un paio di scarpe. Così quando iniziava a piovere se le sfilava per non bagnarle e continuava a correre a piedi nudi. Al sesto giorno Yannis fece segnare 1.022,868 km. !

Nuovo record del mondo con cui il “Dio Greco della Corsa” (appellativo che gli venne affibiato ed usato da tuti i suoi fans), cancella il primato di George Littlewood che resisteva da ben 99 anni. Per il “Dio Greco” è l’inizio di una stagione straordinaria.

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Domina in modo assoluto tutte le distanze che vanno dai 200 fino ai 1.600 km, dalle 24 ore fino alla 10 giorni. Yiannis per due decenni supera ogni record, compresi i suoi.  Riuscirà a migliorare il primato delle 24 ore  per ben 6 volte. La prima volta nel 1985 a New York, quando riesce nell’intento che gli era sfuggito l’anno precedente portando il limite a 284 km., migliorando il primato precedente di 10 km. Nel 1986 si ripresenta nuovamente a New York, con l’obiettivo dichiarato di migliorarsi ancora. Quell’anno pero’ dovrà fare i conti con un’avversario inaspettato. Lei è Gloria, una forza della natura. Non stiamo parlando di un’avversaria qualunque, ma dell’uragano Gloria. Per 24 ore combatte sull’anello della misura di un miglio contro venti che soffiano a 100 km orari e riesce a superarsi nuovamente. Approda a 286,462 km, guadagnandosi il soprannome di “Unstoppable”, l'inarrestabile.

Segue qualche anno di pausa in seguito al cambio di nazionalità dalla Grecia all’Australia (nel 1998 però ritornerà a vestire i colori della Grecia). Ritorna al mondo dell’ultrarunning cercando l’impresa che lo consegni alla storia. Nel 1996 sulla pista di Coburg in Australia porta il record a 295 km. Non contento vuole andare oltre l’immaginabile, essere il primo uomo a superare il muro dei 300 km.

L’impresa gli riesce ad Adelaide nell’ottobre del 1997 e il risultato è di quelli da togliere il fiato: 303,506 km., ben al di là di qualsiasi aspettativa. Nessuno mai come lui. E’ un record che forse durerà chissà per quanto tempo. Sono passati oltre quindici anni e nessuno è ancora riuscito ad avvicinarlo.

Lo stesso accade anche per le corse su strada, come nel caso della Spartathlon: Kouros vi ha partecipato solo 4 volte, vincendola sempre ovviamente. I quattro tempi da lui realizzati sono ancora le migliori quattro prestazioni mai fatte registrare su quel percorso. Basti pensare che l’eccezionale performance di Scott Jurek, che gli ha dato la vittoria nel 2006 è ancora superiore di quasi 2 ore e mezzo rispetto al fantastico 20h. 25’ con cui, nell’ormai lontano 1984, Kouros bissò il successo del 1983. Confrontare la prestazione di 25 anni fa di Kouros con quelle di adesso non è più possibile. La Spartathlon attuale è di 5 km più corta ed è molto più veloce. Negli anni ’80 metà del percorso non era nemmeno asfaltato. Anche se oggi qualcuno riuscisse ad impiegare 20 ore non potrebbe comunque dire di aver battuto il suo record. Con le condizioni attuali e mettendoci lo stesso sforzo che è stato in grado di sostenere nel 1984, ora sarebbe in grado di scendere sotto le 19 ore e forse anche qualcosa meno. Questo è quanto sostiene Kouros.

Yiannis Kouros è fatto così. Ha un ego a dir poco smisurato che gli deriva da tutte le vittorie che ha inanellato, un territorio sconosciuto in cui ancor oggi nessuno è riuscito ad entrare.

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Il suo sito Internet (www.yanniskouros.com) rispecchia in maniera evidente il concetto che lui ha di se stesso: quello di un Superman, o meglio, di un semidio erede dei grandi eroi della storia da lui tanto amati. Non è difficile capire perché Yiannis abbia sviluppato un vero culto della propria persona: negli anni ’90 la sua superiorità era talmente schiacciante da risultare quasi imbarazzante. Le gare a cui partecipava si dividevano in due: la corsa di Kouros e quella di tutti gli altri atleti. Alla sua prima Westfield Run (corsa da Sidney a Melbourne di 960 km) si guadagnò l’appellativo di “Flying Machine”, la macchina volante, distanziando il neozelandese Siggy Bauer, secondo classificato, di oltre 100 km.

Negli anni successivi, dopo quattro vittorie consecutive, gli organizzatori per ravvivare l’interesse per la gara arrivarono a imporgli un handicap di 12 ore, ma Kouros vinse ugualmente per la quinta volta. Nonostante l’età, ancora oggi riesce a battere quasi chiunque su una 24 ore, e i suoi record sono talmente lontani da sembrare miraggi irraggiungibili. Qualcuno prima o poi li batterà, fosse anche solo per le condizioni in cui li ha stabiliti, con scarpe inadatte, con strade dissestate o su piste malridotte.

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Ad esempio il record delle 48 ore che ha ottenuto in Francia a Surgeres (473 km) è stato realizzato su una pista di soli 300 metri che non era nemmeno in tartan. Con il tartan il risultato sarebbe stato di 500 km, o forse anche maggiore. In condizioni migliori qualcuno potrà anche superarlo, ma Kouros dice: “io sono ancora qui e credo di avere ancora qualcosa da dire. Con l’età la forza mentale aumenta e nelle ultra è un fattore che conta di più della velocità e della forza fisica” precisa lui.

Al di là della presunzione, Kouros mostra di avere un amore davvero autentico per la corsa di lunghissima distanza e negli anni passati si è battuto in prima persona perché l’ultramaratona venisse inserita nel panorama olimpico.“Non lo facevo per poter vincere una medaglia, ma per riaffermare lo spirito olimpico dei giochi dell’antica Grecia che solo l’ultramaratona incarna in maniera completa. La Maratona è secondo me una gara esclusivamente fisica, dove contano solo le doti genetiche e l’allenamento, in cui i concorrenti corrono uno contro l’altro, quasi fossero in guerra. Nelle ultra chi vince deve usare quello che ha dentro la testa. Dopo 70-80 km. il corpo è completamente esausto, svuotato e l’energia per andare avanti viene dalla forza mentale e da quella spirituale.  E’ una lotta non contro gli altri, ma tra la mente che spinge a continuare e il corpo che vorrebbe arrendersi. Non sarai mai un forte ultramaratoneta, se hai avuto una vita facile. In quei momenti l’uomo compie qualcosa di eroico e si innalza al di là dei propri limiti.  In questo senso io credo che l’ultramaratona sia al vertice dell’atletica e che non riceva la giusta considerazione dal Comitato Olimpico.

Yannis Kouros ..... un uomo, una leggenda !

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