SIMONE GRASSI CI HA LASCIATI

Grassi_Simone

foto tratta da www.podisti.net

SIMONE CI HA LASCIATI ....

Avevamo pubblicato nel luglio del 2011 un articolo che parlava di Simone Grassi, un podista nato il 5 luglio 1973 a Santa Sofia in provincia di Forlì.  Simone, che aveva scoperto di avere un tumore nel 2010, aveva iniziato la sua  personale battaglia contro la malattia con grinta e caparbietà, raccontandone l'evoluzione nel suo sito internet www.simonegrassi.net. 

Simone ha purtroppo perso la sua battaglia e adesso sta correndo lassù ... in cielo, a 39 anni, la sua nuova Maratona .....

Simone era un podista amatore straordinario, con un risultato di assoluto rilievo alla "100 Km. del Passatore" in cui ottenne il 12° posto assoluto nell'edizione del 2010 con 8h 10' 57''. Simone aveva partecipato ad oltre 25 Maratone ed aveva colto nel 2008 i risultati più importanti. Nella Maratona di Belfast, in Irlanda, un ottimo 2h 41' 12'', nella Maratona di New York 2h 43' 20" ed il primato personale a Reggio Emilia con 2h 39' 24".  Dal giorno della scoperta del tumore iniziò l'odissea degli esami, delle cure, dei momenti di speranza e di abbattimento che Simone ha descritto sempre con lucidità e, alle volte, con un pizzico d'umorismo.

Di Simone ci rimane un libro, edito nel giugno 2012, dal titolo  "Lo zen, la corsa e l'arte di vivere con il cancro".

Pubblichiamo con piacere la prefazione del libro di Simone scritta da Stefano Montanari :

"Simone è un maratoneta. A vederlo non sembra: troppo grosso. Non voglio essere frainteso: grosso per correre quarantadue chilometri più una manciata di metri, perché tanto è una maratona. Simone il fisico da atleta ce l’ha e potrebbe essere quello di un calciatore. Invece Simone è un maratoneta nelle gambe e, quel che più conta, nella testa. Fu a Dublino che lo conobbi e fu perché lui e il gruppetto di cui faceva parte m’invitò. Volevano che li aiutassi, dati scientifici alla mano, ad opporsi alla costruzione di un’enorme inceneritore che, se fosse entrato in funzione, avrebbe appestato la città. Detto tra parentesi, l’inceneritore non si è fatto. Ma la cosa non importa, almeno in questo contesto.
 
C’incontrammo e la simpatia fu immediata. Anch’io sono o, meglio, sono stato, perché il tempo non fa sconti, un maratoneta, ma esserlo o esserlo stato non fa differenza: come per i preti, se sei stato ordinato lo sei per omnia saecula saeculorum. Dopo di allora non ci vedemmo più. Però ci scrivevamo come usa adesso: via Internet, e via Internet Simone mi teneva aggiornato sulle sue gare. Un giorno fece un tempo di qualche secondo migliore del mio migliore. Accidenti: va forte davvero! Chiunque corra più forte di quanto abbia fatto io deve per forza essere un maratoneta di prima grandezza.
 
Chiedo scusa, ma è una questione essenziale di autostima. A fine maggio si corre una gara di 100 chilometri che scavalca gli Appennini tra Firenze e Faenza. Dura. Molto dura. Simone era pronto. Ma a quel punto succede qualcosa che non sta nel romanzo. Simone non ha mai fumato, non ha mai straviziato e ha sempre fatto sport attivo: potrebbe essere il protagonista almeno di un capitolo in uno dei tanti libri su come vivere sani.
 
Invece… invece Simone ha un cancro e un cancro che sembra scelto da un autore che di patologia non sa niente : il cancro è ai polmoni. Ma c’è di più: siamo in uno stadio avanzato e le ossa sono già interessate. Per triste mestiere, un mestiere che, tornassi a vivere, non rifarei per tutto l’oro del mondo, casi in qualche modo analoghi ne vedo spesso. Anche in ragazzi molto più giovani di Simone ne vedo. Anche in bambini. Le reazioni sono le più disparate ma nessuna è quella di Simone. Con la follia lucida e saggia del maratoneta Simone tradusse il tutto nel linguaggio che conosceva, valutò percorso ed avversari e si mise a correre.
 
Simone corre forte, più forte di me: dunque, fortissimo. E, allora, accadde qualcosa che, ancora una volta, non sta nel romanzo. L’avversario che stava vincendo a mani basse, quasi corricchiando, cominciò a perdere metri, minuti, e fu raggiunto. Simone e il cancro si ritrovarono a correre spalla a spalla, uno leale e l’altro no, e dopo un po’ Simone quel cancro se lo trovò dietro, sempre più staccato. Finita la gara ? Non ancora, ma adesso il pronostico si è vistosamente ribaltato.
 
Un giorno Simone, raccontandomi dei suoi chilometri diventati contro la malattia, mi dice che sta scrivendo un libro. “Aiuto! – penso per esperienza pregressa – sarà il solito guazzabuglio del dilettante, magari un piagnisteo.” No : Simone non cessa di stupire. Altro che piagnisteo! Il libro è di una serenità che, se non fosse vizio capitale, definirei invidiabile. E non solo: è originalissimo. Sono due romanzi intrecciati, diversi tra loro ma tra loro indissolubili come gemelli siamesi, anche se i due, fuori di ogni possibilità, vivono su pianeti diversi. Sì, Simone è strano. Io il libro, quando era ancora una bozza, l’ho letto affascinato e posso assicurare tutti che non è assolutamente facile accontentarmi perché sono schizzinoso.
 
Questo è un libro in qualche modo terribile, in qualche modo divertente, in qualche modo appiccicoso: ti resta dentro e non ce la fai ad eliminarlo dalla tua vita. E, allora, un consiglio: chi non vuole sapere che cos’è una maratona corsa contro un avversario che bara e che vuole nientemeno che la tua vita, chi vuole continuare a credere che quelle cose capitano solo agli altri, non lo legga."

Lo_Zen

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