ESAMI DEL SANGUE : GLICEMIA
Esami del sangue
Glicemia
Le analisi del sangue sono uno degli esami più frequenti per comprendere l'andamento del proprio corpo. Tantissime sono le informazioni messe a disposizione da questo tipo di analisi. Una corretta interpretazione può permettere di apportare i correttivi necessari per fare girare il proprio motore nelle migliori condizioni. In campo sportivo è consigliabile eseguire le analisi del sangue almeno una o due volte all'anno, a distanza di qualche giorno da un impegno agonistico e, possibilmente, a distanza da pasti particolarmente abbondanti.
E' importante tenere traccia di ogni analisi effettuata, in modo da poter capire nel tempo l'andamento di qualche particolare valore, ma è fondamentale che la verifica dei risultati sia condotta dal proprio medico; può infatti capitare che un valore risulti fuori dal "range" indicato senza che per questo vi sia un problema reale.
Dopo avere dedicato il primo articolo all'ematocrito, il secondo ai globuli bianchi ed ai globuli rossi, il terzo alla creatinina, continuiamo la serie dedicata alle analisi del sangue descrivendo, in questa quarta puntata, la glicemia.
LA GLICEMIA
Con il termine glicemia s’intende la concentrazione di glucosio nel sangue. Il glucosio è fondamentale per l’organismo poiché è il nutriente essenziale per tutte le cellule che lo prelevano direttamente dal sangue. La principale fonte di glucosio sono gli alimenti, ma, in misura minore, esso può anche essere sintetizzato ex novo a partire da protidi e lipidi all’interno dell’organismo stesso. Il corpo umano possiede un sistema di regolazione intrinseco che consente di mantenere relativamente costante la glicemia durante l’arco della giornata. La regolazione della glicemia avviene ad opera di specifici ormoni : gli ipoglicemizzanti, che abbassano la glicemia, e gli iperglicemizzanti, che la innalzano la glicemia. Il principale ormone ipoglicemizzante è l’insulina, prodotta dal pancreas ed indispensabile per il metabolismo degli zuccheri.
MISURAZIONE DELLA GLICEMIA
La misurazione dei livelli ematici di glucosio è oltremodo semplice, basta infatti un banale prelievo di sangue; chi, come i diabetici, ha la necessità di una frequente misurazione, può utilizzare i numerosi kit presenti nel mercato e che utilizzano tecniche diverse. La più tradizionale è quella che sfrutta l'analisi di una goccia di sangue prelevata con una puntura sul polpastrello (in alternativa la puntura può essere fatta sull'avambraccio, con risultati meno dolorosi). È possibile anche un monitoraggio continuo mediante un ago sottocutaneo. Esistono anche orologi-sensori che, aderendo alla pelle, valutano la concentrazione di glucosio nel sangue.
VALORI DELLA GLICEMIA
In soggetti sani, che hanno una vita regolare e un’alimentazione corretta, generalmente nell’arco della giornata i valori della glicemia si mantengono tra i 60 e i 130 mg/dl.
A due ore dal pasto tale valore può salire anche a 140 mg/dl (glicemia postprandiale); a digiuno i valori glicemici possono variare dai 70 ai 110 mg/dl; tra 100 e 125 mg/dl si tratta di condizione di alterata glicemia a digiuno, una condizione che dovrebbe invitare il paziente a porre maggior attenzione al suo stile di vita. Valori di glicemia uguali o superiori a 126 mg/dl sono infatti, secondo l’American Diabetes Association, da considerarsi probabili sintomi di diabete.
NOVITA' NEL CAMPO DELLA MISURAZIONE GLICEMICA
Nel mese di maggio è stata presentata a Torino una novità davvero interessante per la misurazione della glicemia. Si chiama Glycolaser ed è l’invenzione italiana che potrebbe cambiare per sempre i metodi di rilevazione della glicemia, eliminando la puntura del dito grazie ad una tecnologia laser non invasiva e ugualmente efficiente. L’apparecchio è stato presentato all’ultimo Congresso della Società Italiana di Diabetologia a Torino dai ricercatori del Diabetes Research Center dell’Istituto San Raffaele di Milano, diretto da Emanuele Bosi. Il Glycolaser è grande quanto un cellulare e misura la glicemia attraverso la luce laser; il paziente dovrà appoggiare il dito sull’apposito spazio e attendere per pochi minuti l’esito dell’esame.
Questo piccolo miracolo dell’ingegneria italiana è stato sperimentato su 200 persone, analizzate a digiuno e dopo i pasti, sottoposte anche alla misurazione di routine per confrontare i dati emersi. L’accuratezza si aggira attorno al 90%, quando la Food and Drug Administration statunitense e la European Medicines Agency ne richiede una pari al 95%, a fronte dell’affidiabilità del 97-98% garantita dagli strumenti classici. L’obiettivo, però, non è considerato fuori portata dai nostri ricercatori, già al lavoro per migliorare le caratteristiche tecniche del mezzo.
Una cosa è certa, i pazienti che fino ad oggi si sono sottoposti al Glycolaser si sono detti entusiasti; misurare la glicemia senza il fastidio della puntura sarebbe un passo avanti notevole per tutti i diabetici, anche dal punto di vista economico. Normalmente per effettuare circa sei o sette controlli al giorno un paziente spende fino a 5 euro al giorno in strisce, mentre con un dispositivo del genere i costi si riducono drasticamente e i test si possono effettuare con maggiore frequenza.
COSA E' LA GLICEMIA
La glicemia è regolata da diversi e numerosi meccanismi neurormonali e metabolici che lavorano in modo da impedire significative oscillazioni in difetto o in eccesso. Essa aumenta nei soggetti diabetici e si abbassa nel digiuno prolungato. Se l'apporto di glucosio con le scorte è insufficiente, la glicemia si abbassa (ipoglicemia) e inizia a manifestarsi una sofferenza cerebrale con senso di stanchezza e capogiro. Se il glucosio scarseggia e non c'è un sufficiente apporto di carboidrati, il fegato sintetizza glucosio da proteine e da lipidi con un processo denominato gluconeogenesi. Tale processo provoca però un eccesso di urea (con sovraccarico renale) e un accumulo di corpi chetonici (scorie provenienti dall'utilizzo degli acidi grassi) con conseguente acidosi.
La variazione della glicemia susseguente all'assunzione di carboidrati dipende dal loro indice glicemico, dalla velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di 50 grammi del carboidrato sotto esame. L'indice è espresso in termini percentuali, rapportandolo alla velocità di aumento con la stessa quantità di glucosio (indice pari a 100): un indice glicemico di 50 vuol dire che l'alimento innalza la glicemia con una velocità che è la metà di quella del glucosio.Il meccanismo che regola il livello del glucosio nel sangue è controllato da due ormoni antagonisti secreti dal pancreas: l'insulina e il glucagone. L'azione dell'insulina è ipoglicemizzante (il livello di glicemia si abbassa) mentre quella del glucagone è, al contrario, iperglicemizzante (il livello di glicemia si alza).
L'insulina viene prodotta dalle cellule beta del pancreas; la sua secrezione avviene nel momento in cui c'è un aumento della concentrazione ematica di glucosio al fine di riequilibrare la situazione; nel momento in cui la glicemia si abbassa si riduce anche la produzione dell'ormone. L'insulina agisce sulle cellule muscolari, sugli adipociti e sugli eritrociti che, assumendo glucosio dal sangue, provocano una diminuzione del livello glicemico.
Il picco insulinico è tanto maggiore quanto più alto è il carico glicemico dei carboidrati assunti.
Il glucagone viene prodotto dalle cellule alfa del pancreas; la sua secrezione avviene nel momento in cui la concentrazione ematica di glucosio si abbassa. Il principale organo-bersaglio del glucagone è il fegato; il glucagone agisce facendo rilasciare il glucosio immagazzinato nel fegato innalzando conseguentemente la glicemia. Un'altra importante azione del glucagone è quella di indurre le cellule epatiche e quelle muscolari a ottenere il glucosio dalle proteine. La scoperta del glucagone si deve al biochimico belga e Premio Nobel, Christian De Duve.
RAPPORTO GLICEMIA - ALIMENTAZIONE
Le variazioni glicemiche dipendono da svariati fattori tra i quali uno dei più importanti è sicuramente l'alimentazione. Un regime alimentare equilibrato è sicuramente un'arma fondamentale nella prevenzione e/o nella cura della iperglicemia. Il primo passo da compiere è assicurare al nostro organismo la corretta ripartizione giornaliera dei macronutrienti che per la dieta italiana e mediterranea è la seguente:
carboidrati: minimo 45%
proteine: minimo 15%
grassi: minimo 25%.
Il restante 15% deve essere personalizzato in base al grado di sedentarietà
Indice glicemico di alcuni alimenti
Sono sicuramente sconsigliati i cibi con zucchero aggiunto che abbiano un'alternativa senza zucchero (per esempio trovare marmellate senza zuccheri aggiunti è praticamente impossibile, è sufficinete però che la marmellata che viene consumata non ne contenga in misura troppo significativa, cioè abbia un contenuto calorico inferiore alle 150 kcal/100 g.). L'alcol è sicuramente sconsigliato, anche se può essere consumato in dosi molto ridotte, il classico bicchiere di vino a pasto.
È importante inoltre includere nella dieta tutti quegli alimenti che hanno un alto indice di sazietà, come per esempio la frutta e la verdura. Sono decisamente da evitare le mangiate "pantagrueliche". Occorre tenere bene a mente il consiglio di consumare piccoli pasti ripartendoli correttamente durante la giornata senza saltarli e senza anticiparli o ritardarli in modo eccessivo.
RAPPORTO GLICEMIA - SPORT
La glicemia è sicuramente un parametro molto importante per il medico, ma lo è anche per lo sportivo. Ormai tutti sanno che una pratica sportiva regolare e sufficientemente intensa abbassa la glicemia sotto i 100 mg/dl, spesso sotto i 90 mg/dl. Ovviamente, la glicemia è influenzata anche dall'alimentazione e da altri fattori, ma è rarissimo trovare un vero atleta con la glicemia alta. Il meccanismo carboidrati-glicemia-insulina è fondamentale per la comprensione di come viene utilizzata l'energia introdotta nell'organismo con i carboidrati.
Ecco tre consigli da tenere sempre a mente :
a) un'assunzione eccessiva di carboidrati fa ingrassare;
b) non si devono assumere carboidrati quando l'organismo ne ha già una scorta sufficiente (pena il loro utilizzo non ottimale), come appena prima di una gara (alla quale si suppone l'atleta arrivi riposato);
c) conviene assumere invece carboidrati ad alto (o medio-alto) indice glicemico per ripristinare più velocemente le scorte dopo una prestazione fisica di notevole intensità.
Ma al di là di ogni considerazione è fondamentale che l'individuo abbia uno stile di vita buono che sicuramente sarà la migliore "assicurazione" contro l'insorgere di patologie più o meno gravi.
L'alimentazione quindi è un'arma in più che è tanto più potente quanto più si vive meglio. Ma non basta mangiare in modo corretto ed adeguato se poi si fuma, si conduce una vita prettamente o totalmente sedentaria, si abusa degli alcolici e così via ....