La nostra storia

Intervista a Mimmo Pullano

pullano domenico 20140208 1186676049

Queste interviste hanno l’obiettivo di conoscere meglio le persone che fanno parte della Podistica Torino, i pensieri, le emozioni, le professioni. Perché tutti abbiamo delle storie interessanti da raccontare con una grande passione comune: la corsa.

Oggi cerchiamo di conoscere meglio Domenico (detto Mimmo) Pullano, infaticabile podista di lunga data. Ora Mimmo ha ben 80 anni eppure continua ad essere una delle persone più attive e stimate nell’ambiente con svariate gare ed esperienze alle spalle.

Ciao Mimmo, per capire un po’ di più la tua storia, raccontaci da quanti anni corri e quando hai iniziato a correre?
Adesso sono ben 46 anni che corro. Cominciai a correre nel 1974, più precisamente nell’ ottobre di quell’anno con la prima edizione del Giro della Collina. Allora il giro era di 17 Km e non di 12 com’è poi stato ridotto, con partenza e arrivo da Piazza Zara. Iniziai a correre su invito di un mio amico che mi spinse ad iscrivermi alla gara. Io non avevo neanche le scarpe per correre, così lui mi prestò un paio di vecchie scarpe modello “Canguro” pesantissime con cui feci tutto il giro. E dopo quel Giro della Collina decisi di iscrivermi per il GSPT Torino per cui corsi per 35 anni, fino a 11 anni fa quando fondammo la Podistica Torino.

 

Qual è stata, in tutti questi anni, la gara che ti è rimasta nel cuore?
Se devo parlare di maratone allora dico New York e ancora a parlarne adesso mi vengono gli occhi lucidi. La feci nel 2007 in un momento in cui mi allenavo molto, salvo arrivare nel mese di giugno e dovermi fermare per la pubalgia, probabilmente perché esagerai un po’ con gli allenamenti, quindi New York la feci senza allenamento. Per fortuna avevo esperienza nelle maratone quindi riuscii a finirla grazie all’esperienza che avevo acquisito.

Forse non tutti sanno che tu lavori ancora vero?
Sì, io faccio il calzolaio. Lo faccio dall’età di 7 anni, quindi da ben 73 anni, quando andavo a scuola la mattina e dopo andavo ad imparare questo mestiere. Quando arrivai a Torino avrei potuto andare a lavorare per la Fiat ma il mio sogno è sempre stato quello di lavorare in proprio e di fare il calzolaio.

Cosa consiglieresti a chi vuole approcciarsi alla corsa?
Il primo consiglio che gli darei è che l’approccio alla corsa dev’essere molto graduale. Io consiglio di cominciare i primi 20 giorni, un mese, a camminare a passo svelto, poi cominciare a fare 100/2000 metri di corsa, recuperare camminando e poi riprovare. L’importante è che l’approccio avvenga gradualmente, soprattutto per la maratona, a cui io do sempre tre consigli: il primo è che la maratona devi averla in testa. Il secondo consiglio è che un minimo devi prepararla, non puoi improvvisarla. Il terzo consiglio è di non guardare il cronometro perché quando finisci una maratona hai già vinto.

A tuo avviso qual è il vero problema del podismo odierno?
Con il podismo di oggi non mi ci trovo più bene come una volta. Quello che io non posso sopportare adesso è la mancanza di fratellanza e di amicizia, quella parola che non viene detta quando si supera o quando si viene superati. Manca la sportività, la socializzazione e la comunione tra podisti.

La tua delusione o il rimpianto più grande in ambito sportivo?
Forse il mio rimpianto è quello di aver iniziato tardi a correre, perché magari avessi iniziato prima a correre mi sarei tolto qualche soddisfazione in più. Anche se comunque le mie soddisfazioni le ho avute, tra cui il titolo di campione nazionale SM80 ai Campionati Italiani di corsa campestre a Venaria l’anno scorso. In più una cosa di cui vado molto fiero è di non essermi mai ritirato ad una gara, anche quando avrei voluto mollare, ma non mi sono mai fermato.

Hai anche scritto un libro vero?
Sì, si chiama “La vita di Mimmo Pullano, il calzolaio maratoneta”. E’ un libro autobiografico in cui racconto tra l’altro delle maratone a cui ho partecipato come New York, Parigi, Praga, ecc..

mimmo

Qual è e qual è stato lo stimolo che ti ha sempre spinto a correre?
Facendo il calzolaio faccio una vita piuttosto sedentaria, quindi dalla corsa ne traggo beneficio. Me ne accorsi già 50 anni fa quando mi sposai e mi adagiai un po’, allora colsi l’occasione di quel Giro della Collina per rimettermi in forma. Lo stimolo principale quindi è sempre stato il benessere.

Negli anni c’è stato un podista che ti ha ispirato maggiormente?
Ho sempre avuto molta stima di quegli atleti che avevano molti più anni di me e ancora correvano. Giusto all’ultimo cross della Pellerina ho visto una persona di 87 anni che ancora gareggiava. Ho stimato gente come Rabino, Mazzetto, Coriale, quest’ultimo è stato anche campione europeo ed ha vinto diverse 100 km, persone che anche ad età avanzata hanno continuato a correre.

C’è qualcosa che ti ha insegnato la corsa?
La corsa mi ha insegnato che siamo tutti uguali. Nella mia carriera podistica ho conosciuto persone che facevano i lavori più disparati, direttori d’orchestra, primari d’ospedale, ingegneri, ma che l’ambiente podistico rendeva tutti uguali. Quello che ho imparato è che non c’è differenza tra un calzolaio ed un avvocato. La corsa livella tutto.

Hai un aneddoto particolare che ci vuoi raccontare?
Di aneddoti ne ho parecchi, di divertenti e di tristi. Uno di quelli che mi fa ridere di più risale ad una gara nel canavese, quando ci fecero attraversare un campo dove c’erano dei tori e delle mucche e noi avevamo magliette con una striscia rossa. Probabilmente quella volta ho fatto i 100 metri più veloci della mia vita, non avevo mai corso così veloce. Un aneddoto invece che mi mette un po’ di tristezza risale a due/tre anni fa quando a Cavour, durante la Applerun, una ragazza davanti a me cominciò a sentirsi male ed io fui l’unico a fermarmi per soccorrerla.

Si conclude così la nostra intervista a Mimmo Pullano, un uomo dall’incredibile umanità e pieno di storie da raccontare. Se avete voglia di conoscerlo meglio potete andare a trovarlo nel suo negozio “Risuolificio Mimmo” in Via Asinari di Bernezzo 69 a Torino.

pullano domenico 20140131 1837000029