AMSTERDAM MARATHON RACCONTATA DA ALESSIO

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  LA MARATONA DI AMSTERDAM 

Raccontata da Alessio Salandin

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Alessio Salandin è un giovane e forte atleta tesserato per la Società lombarda RUNNERS VALBOSSA-AZZATE e da quasi un anno residente a Torino.  Alessio ha partecipato con il team NEXT 42,195 e gli atleti della A.S.D. PODISTICA TORINO alla Maratona di Amsterdam del 16 ottobre 2011.

L'eccellente risultato ottenuto da Alessio è stato il 565° posto in Classifica generale grazie al tempo di 3h 00' 37" con cui ha tagliato il traguardo (Real time 2h 59' 37").

Alessio vanta nel 2011 un ottimo  37'11" alla TUTTADRITTA del 17 aprile e 1h 23' 04" alla Mezza Maratona delle 2 Perle a Portofino, nel Golfo del Tigullio, il 6 febbraio. Speriamo di vederlo correre in "orange" nel 2012 .....

Alessio ha scritto questo breve e coinvolgente resoconto della sua esperienza nella terra dei mulini a vento ....

Sono appena tornato a casa da Amsterdam e dopo aver fatto partire la lavatrice sono a letto, ma non riesco a dormire. Cerco di raccogliere i pensieri e le emozioni di 4 intensi giorni trascorsi con i miei amici :  un'altra maratona a unirci ancora, ma questa volta all'estero, una città tutta da godere e una scommessa o meglio una sfida con me stesso. Abbattere un muro simbolico, varcare un limite e per chi ne sa qualcosa beh .... sa quanto sia difficile. L'amico Alberto mi aveva avvertito un anno fa : se ti assale la "scimmia delle 3 ore"... e infatti da quando ci siamo iscritti a questa nuova avventura, una particina di me ci voleva fermamente credere, nonostante sia quasi un neofita della distanza; i miglioramenti si vedevano però e mi lasciavano credere che si, forse si poteva fare.

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La maratona è un lungo viaggio: il mio è partito dai sentieri di un isola sul Baltico, all'alba, con le scogliere bianche tra il blu del mare ed il verde intenso dei prati. E' passato dalla calura estrema del sud della Sicilia vicino ai fenicotteri in una riserva naturale e poi alle montagne innevate che si specchiavano in un lago alpino; si è quasi fermato 3 settimane fa, quando l'influenza mi ha fermato proprio il giorno prima del lungo di 36 km. E' ripartito con tante ore di corsa per recuperare tra il vento forte la mattina presto, al parco qui a Torino, e ancora con un perfido dolore ad un polpaccio 2 giorni prima di partire.

Trattenersi poi dagli svaghi offerti da Amsterdam diventa una dura prova : i dehors degli innumerevoli bar dove la birra scorre a fiumi sono pieni di gente, ma dobbiamo cercare l'immancabile pasta e il riposo prima di godercela.

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Le ultime intense ore di questo viaggio scivolano sulle melodie rock dell'ipod che mi carica e mi scalda nella fredda mattina olandese; tra i tanti atleti che si avvicinano alla pista di atletica dello Stadio trovo i miei compagni di viaggio : Fabrizio parte con me e ancora una volta trovare un amico al proprio fianco si rivela ben più di un prezioso aiuto. L'entusiasmo e gli incitamenti del pubblico ci accolgono lungo i viali che partono dallo Stadio e l'andatura allegra ci porta un po' a strafare nei primi km; Fabrizio mi dice i passaggi, faccio 2 conti e so quello che dovrei fare, ma alla fine mi succede spesso di far così: tenere a freno l'impeto spesso mi risulta difficile. La mia solita bottiglietta di acqua e enervit legata in vita mi accompagna lungo il fiume Amstel, quando dopo 10 km si è già tra ampie distese di verde e canottieri che si allenano. I km passano, una banda di soli fiati suona tra le piccole casette adagiate sul fiume, da una barca che naviga lenta risuonano dal vivo improbabili canzoni olandesi, i cartelloni e il tifo si sprecano tra il sole che comincia a scaldarci.

Gli immancabili pensieri che si innestano nella mente nei momenti di fatica mi accompagnano nel rientro in città: "ma chi me l'ha fatto fare", "non ne farò più, questa è l'ultima". Ma anche "ho proprio voglia di correre ora", "riesco ancora una volta a fare la maratona", "ce la sto facendo"; un frullato di frasi miste si accavalla nei ricordi.
Fabrizio mi dice di andare pure, ma anche io sono un po' tirato ormai; i lunghi viali con qualche salitella sono fatti di alti palazzi moderni e poi di nuovo canali, majorettes e musica techno. Il percorso piatto e veloce è adatto a spingere e migliorarsi; le strade e le piazze di Roma e Firenze però mi hanno regalato emozioni ben diverse, riempiendomi anche gli occhi di entusiasmo.

Comincio a stringere i denti ma siamo a meno 5, meno 4, meno 3, di nuovo il Vondelpark, meno 2, sto quasi per saltare, ma ci sono ancora 9 minuti da fare e cosa volete che siano 9 minuti di corsa dopo questo lungo viaggio... una sciocchezza no?
Fabrizio mi stacca, ma poi mi aspetta; alla fine mi confesserà che mi avrebbe avuto sulla coscienza se non ce l'avessi fatta. Intravedo lo stadio e tanta gente, giro a destra e passo sotto gli spalti e sono sulla pista; non ricordo bene tutto : il mezzo giro è trance ormai, è respiro corto e tirato, gambe dure e viso segnato dalla fatica. Il mio messaggio da mostrare è ben teso; l'immagine del traguardo, davvero sfocata dalla fatica, è qui e le mie mani ben alzate con quelle di Fabrizio si aprono per aiutarmi a saltare oltre quel limite.

Le lacrime sono lì, ma le ricaccio dentro, forse sbagliando; voglio vedere chi sta arrivando e urlare forte per i miei amici.

E' finito così il mio lungo viaggio; setaccio e raccolgo le immagini che si son scolpite qua e là, spengo la luce e trovo un po' il senso: poter condividere queste emozioni con gli amici è qualcosa di unico, farlo per quarantaduemilacentonovantacinque metri fianco a fianco è davvero un dono prezioso.
Ed è la seconda volta che mi capita.

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Sono fortunato !


Davvero ....

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