"La mia Chicago Marathon" by Gabriele Burdisso

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Cari colleghi/e runner.

Il racconto qui di seguito descritto vuole essere un’occasione di condivisione di un’esperienza che sotto molti versi posso definire unica. Ognuno di noi credo abbia desiderio di visitare uno o più posti, non necessariamente da catalogo viaggi, e nel mio caso Chicago ha sempre rappresentato qualcosa di affascinante, per cui rientrava nella categoria descritta sopra.

La spinta che da ad ognuno di noi la corsa mi avvicina sempre di più a questo sogno, condito anche dal fatto che in questa città si tiene una delle sei Major Marathon, ma una serie di eventi terribilmente materiali mi impediscono di realizzarlo.

Il caso però fa si che in questo A.D. 2016 si presenti in extremis ad inizio luglio la possibilità di acchiappare uno degli ultimi pettorali ancora disponibili per questa trentanovesima edizione fissata per il 9 ottobre, causa una rinuncia, quando ormai per quest’anno non ci pensavo più, essendo andato lungo, per così dire, nella fase della decisione.

Parliamo di una gara dove ci si deve muovere di anno in anno, quindi non mi lascio scappare questa chance e organizzo il viaggio da solo in pochissimo tempo, mentre questa estate si correrà in pianura e in montagna e si affronteranno i temutissimi lunghi in attesa della trasferta americana.

Ecco però che in men che non si dica arriva il 6 ottobre e si parte!

Giusto poche ore di sonno quindi per volare di mattino bello presto alla volta di Monaco di Baviera, da cui decollo dopo una veloce attesa alla volta di Chicago.

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La durata del volo (e del trasferimento in città) viene ripagata appena si arriva nella metropoli americana, perché si respira subito aria di set cinematografico dato che qui sono stati girati numerosissimi film e telefilm che hanno fatto epoca.

Ditemi chi si può dimenticare il film Blues Brother (dicono nulla le scene di inseguimento sulla Bluesmobile?), di The Untochables (ad esempio la sparatoria nella Union Station con uccisione del cattivone di turno da parte di Eliot Ness/Kevin Costner?) oppure Batman per citare i più noti?

Non parliamo poi dei telefilm dove l’ha fatta da padrone per quasi dieci anni la serie amatissima di E.R. Medici in Prima Linea e varie altre che si sono susseguite. Per gli appassionati dei generi descritti sopra sembra quasi di esserci già stati.

Insomma impossibile citare tutto ciò che è stato girato e riprodotto in questa città di quasi tre milioni di abitanti, che con la conurbazione esterna raggiunge la ragguardevole cifra di dieci milioni.

Sul lato sportivo la squadra più famosa di tutte sono i Bulls, che hanno avuto il più grande cestista di tutti i tempi tra le loro fila, Michael Jordan, altre squadre come i Bears per il football americano ed i Cube e i White Sox per il baseball.

Devo dire onestamente che durante la mia presenza tutta la città era letteralmente impallata quasi solo con i Cube, con bandiere ovunque e locali presi d'assalto durante le loro partite.

L'attaccamento a questa squadra di adorabili perdenti, così come sono soprannominati per le loro non floridissime vicende sportive di questi ultimi decenni, si spiega con il fatto che solo recentemente sono riapprodati alle World Series e che i Cube sono la più antica società professionistica del Nord America ad essere sempre rimasta nella stessa città, infatti ricordiamo che spesso e volentieri le squadre da quelle parti fanno armi e bagagli e si trasferiscono da una città ad un'altra senza remore di sorta, ad uso e consumo esclusivo del business molte volte più che dello sport.

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Per fare solo un po’ di geografia ci troviamo infatti nello stato federale dell’Illinois e, cosa sorprendente, la capitale è Springfield, famosa solo per essere residenza dell’ultimo eroe che ci è rimasto ai nostri giorni: Homer Simpson!

Lo stordimento del fuso orario (7 ore) si supera quando si comincia ad entrare nel Loop, così come viene chiamato il centro della metropoli.

Grattacieli altissimi dalle architetture spettacolari mi fanno stare la prima ora letteralmente a bocca aperta con il naso all’insù, dopo di che viene naturale cercare di salire sui piani più alti di questi mostri in acciaio, vetro e cemento e le scelte cadranno nei giorni della mia permanenza sulla Sears Tower (ora chiamata Willis Tower, quasi solo sulle guide turistiche per ragioni di sponsorizzazione) e sul John Hancock Center, dai quali si gode di una vista incredibile.

Nelle giornate più limpide la vista va anche oltre i grattacieli limitrofi ed il lago Michigan (che è più largo del nostro mare Adriatico, giusto per dare qualche parametro di riferimento) ed abbraccia anche gli stati vicini del Wisconsin, Indiana e Michigan oltre al già citato Illinois.

Non abbiate timore Voi amanti dell’arte antica o moderna o della scienza perché anche sotto questo aspetto Chicago ha musei ed attrazioni di ogni genere da offrire e ricordatevi che qui siamo nella patria del Blues, quindi locali in cui assistere a concerti ve ne sono a dozzine.

Spostarsi nei dintorni è doveroso visto che l'area urbana è immensa e qui si scopre che Chicago ha una vivacissima vita acquatica, dato che è tutto un susseguirsi da nord a sud di aree verdi tenute in perfetto British Style, di darsene con splendidi yatch ormeggiati accanto a normali barchette, il tutto condito da bellissime spiagge, anche se purtroppo ora siamo fuori stagione.

Piccolo dettaglio per runner e biker: lungo tutta la sponda del lago Michigan corre una interminabile e scenografica pista ciclabile, oltre alle altre presenti in città, con annessi percorsi per praticare running, infatti io che camminavo ero quasi da intralcio per il via vai interminabile di amatori. Esistono anche tutta una serie di fontanelle che riportano la sigla del CARA (Chicago Area Runners Association), in quanto da essa curate e gestite. Questa CARA equivale quasi ad una lobby cittadina, nel senso propriamente americano, poiché pensate che in una sola giornate si possono contare solo sul lago 30.000 (trentamila!) passaggi di persone che praticano sport all'aria aperta. Da restare basiti!

Piccolo dettaglio: tutti questi percorsi dedicati agli amanti dello sport sono tenuti in perfette condizioni con asfalto perfetto e attraversamenti di parchi urbani con erba tagliata perfetta e nessuna erbaccia. Gestione quindi della cosa pubblica impensabile per noi poveri mortali che abitiamo da questa latitudini.

Siamo però arrivati alla vigilia del grande evento quindi una bella pastasciutta da Eataly (qui sono obbligato ad andare a colpo sicuro con i carboidrati) e a nanna presto, poiché lo start è fissato alle 7,30 ora locale.

Al mio quarto giorno, esattamente il 9 ottobre, scatta l'ora X!

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L'hotel in cui alloggio è prospiciente l'area logistica sede di partenza ed arrivo, quindi la città già alle 4,30 del mattino è in fermento totale e quando esco per andare verso le griglie sembra di essere ai festeggiamenti di Capodanno, abbastanza comprensibile però se si pensa che saremo 45.000 ai blocchi di partenza.

Tutto è organizzato alla perfezione senza alcuna sbavatura con controlli di sicurezza pazzeschi, ma nonostante tutto abbastanza velocemente si accede alle proprie aree di appartenenza secondo il personale pedigree podistico.

In griglia si chiacchiera con persone provenienti da ogni parte del mondo e io in particolare mi confronto con danesi, cileni e americani della California.

Arrivano le 7,30 e si comincia a correre!

Il primo Km è abbastanza anonimo perchè siamo ancora nell'area bonificata per motivi di sicurezza e si sentono soprattutto nel primo sottopasso solo i rumori di migliaia di scarpette, ma appena si esce fuori in mezzo ai grattacieli del Loop è il delirio totale di pubblico e ribadisco che stiamo parlando della 7,30 di una domenica mattina.

In sostanza si viene letteralmente trascinati e quello che più mi è piaciuto era il pubblico locale che a tutti gli stranieri con indosso le loro canotte nazionali urlavano “Welcome to Chicago!”.

Tra i cartelli di sostegno, oltre ai soliti classici tipo You're all Winners” e “Run Daddy Go” e così via, quest'anno furoreggiava “If Trump Can Run, You Can Too”.

Tutto il percorso è bellissimo e pianeggiante e i punti ristoro sono lunghissimi con ampie possibilità di acchiappare la bevanda e soprattutto uno quasi ogni 4k.

Correre di prima mattina tra i grattacieli però ti espone anche a correnti d'aria abbastanza freddine (non dimenticate che il soprannome di Chicago è Windy City) e quindi chi in questo senso era deboluccio e si era poco coperto dopo un tot di chilometri ha avuto fortissime crisi di stomaco tali da portarli all'abbandono.

Nei 42k si sono toccate anche aree non propriamente “ricche”, ma anche li incitamento continuo e addirittura offerte dai residenti di assaggi volanti di frutta o semplici tovaglioli per asciugarci il sudore. Ora provate solo ad immaginare se una cosa simile possa mai avvenire da noi, dove al massimo a bordo corsa troviamo e sentiamo le urla e spesso le bestemmie di automobilisti inferociti che vogliono passare.

Qui bloccata una megalopoli e nessun problema di sorta.

5Alla fine ecco il traguardo dei 42,195 (qui meglio dire delle 26,2 miglia) e come ciliegina sulla torta ho fatto anche il mio personale, tuttavia la soddisfazione più grande è stata quella di avere partecipato ad una festa collettiva di persone che amavano misurarsi con se stesse, senza dimenticare il contributo di oltre diecimila volontari.

Alla fine la commozione prenderà il sopravvento e a scoppio ritardato nelle ore successive al telefono con i miei affetti in Italia si andrà giù di lacrime per tutto quello che ho visto e provato e non so dire da quanti anni non mi capitava una cosa simile.

Nel pomeriggio e nei giorni seguenti sono andato in giro orgoglioso con la mia medaglia di finisher al collo così come migliaia di altri runner, questa volta però in abiti civili, e ancora ricevevamo complimenti da chiunque appena si entrava in negozi o anche solo a prendere un caffè.

I giri turistici sono proseguiti ancora per un paio di giorni, ma poi come tutte le cose belle anche questa avventura volge al termine e l'areo mi riporta (raffreddato) in Italia, ma dentro di me porterò sempre un impagabile ricordo nell'aver preso parte ed essere stato in minima parte protagonista di una grande esperienza collettiva.

Mi auguro la lettura sia stata piacevole e non noiosa e di avervi fatto assaporare un pezzo delle emozioni che con questo piccolo racconto ho cercato di trasmetterVi.

 

Magari a qualcuno posso aver dato qualche spunto per future trasferte qui o da altre parti. Chissà…

Spero di esserci riuscito.

Buone corse! 

Commenti  

#7 Liberati Massimo 2016-10-29 21:20
Grande Gabriele.
Dopo aver letto il tuo racconto, ti dico che avrei voluto esser li con te. Molto emozionante
MaxLiberati
#6 Rivella Alessandro 2016-10-26 22:19
Grazie di avere condiviso la tua esperienza, ben raccontata tra l'altro....e magari sei arrivato a traguardo con la chioma perfettamente allineata :lol: :D
#5 Ghibaudi Franco 2016-10-26 11:42
Grandissimo Gabriele. Mi hai coinvolto nel tuo racconto in modo totale.
#4 Metta Claudio 2016-10-26 10:11
Complimenti per la Maratona e per il racconto!
#3 Taronna Luca 2016-10-25 22:26
sweet home Chicago..!!! grazie Gabriele per il tuo ricordo
#2 Rivituso Maurizio 2016-10-25 22:20
Complimenti Gabriele, sicuramente un'esperienza indimenticabile piena di emozioni che non finiresti mai di raccontare ciao.
#1 Benozzo Ferruccio 2016-10-25 17:50
Grande Burdisso! Bel racconto di una indimenticabile avventura.

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