Il Lockdown di Ferruccio Benozzo

20200603 185808 1 1

PODISTI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Lockdown! Alzi la mano chi aveva sentito questo termine prima di Marzo. O chi sapeva dove fossero Codogno, Vò Euganeo e Alzano. Eppure tutti noi all’improvviso siamo piombati in questo incubo. Credo che ognuno abbia vissuto questi mesi con un misto di emozioni, sensazioni e sentimenti: stupore, scetticismo, ansia, paura, insofferenza, rabbia, impotenza. Alcuni ci hanno lasciati, molti se la sono cavata ma ne portano ancora i segni fisici e mentali, tantissimi ne porteranno le conseguenze economiche per anni.

 

Io mi posso definire un privilegiato: nessuno dei miei cari s’è ammalato (o almeno nessuno ha avuto sintomi) e ho sempre potuto svolgere il mio lavoro, quindi non sono stato costretto a chiudermi in casa. Certo mi sono mancate alcune piccole abitudini quotidiane, come iniziare la giornata al bar e scambiare due risate coi soliti noti. Ma più di tutto mi è mancato non poter andare a trovare i miei genitori ottantenni e abbracciarli per il timore di essere io a portargli il virus in casa e condannarli e ancora oggi, dopo tre mesi, mantengo questa dolorosa precauzione.  Devo ammettere però che le strade semideserte, l’aria pulita e il silenzio non erano male, ma a che prezzo?! Centinaia di attività in crisi e lavoratori senza reddito.

E la corsa? Giusto, siamo sul sito della Podistica Torino, quindi vediamo l’aspetto della pandemia che sta a cuore a noi fanatici del running.

Sin dai primi giorni s’è aperta la caccia al runner! Qui i media hanno avuto enormi responsabilità sottolineando più volte (a che pro?) che il cosiddetto paziente 1 era una podista che aveva recentemente partecipato ad una mezza maratona, facendo quindi passare il messaggio che chi corre distribuisce virus in giro. Addirittura una fonte che dovrebbe essere autorevole ed attendibile come corriere.it pubblicò un video di un litigio per un posto auto condominiale, titolando “runner insultato reagisce violentemente”. Ecco, in questo bel clima il dilemma era: correre o non correre? Fino ad una certa data nessuna regola lo vietava, ma sorgevano due problemi: i frustrati da balcone che insultavano i podisti e le centinaia di persone che trovandosi all’improvviso a casa con nulla da fare, decidevano di darsi alla corsa. Per carità, ben venga l’attività fisica, ma sei hai passato gli ultimi decenni della tua vita sul divano, devi per forza iniziare adesso che bisognerebbe stare a casa? La prima settimana di Marzo ho corso 2-3 volte e quando incrociavo qualcuno, oltre a cercare di passargli più distante possibile, stavo in apnea qualche secondo. Poi sempre più schifato dal clima di odio verso la nostra categoria ho deciso di fermarmi. Nelle settimane seguenti ho surrogato la corsa con arrampicate sulle scale condominiali: 30-40 minuti al termine dei quali a volte non ricordavo più a che piano abito! Comunque utile a tenere il fisico attivo e a scaricare lo stress di giornate lavorative deliranti.

2 Aprile, giorno del mio compleanno: dopo attenta riflessione, dopo aver letto per l’ennesima volta il DPCM che consente attività fisica entro 200 metri da casa e dopo aver misurato su google maps che i due isolati dietro casa mia formano un rettangolo di 400x100 e quindi un perimetro di 1000 metri esatti, infilo le mie Brooks e parto. Mi sento Pablo Escobar braccato dalla DEA, ho quasi timore che i miei passi, nel silenzio di borgata Parella,  attirino l’attenzione di qualche delatore da balcone. Ovviamente incontro decine di persone che “pisciano il cane”, genitori con bimbi nel passeggino e anziani sprezzanti del pericolo, ma quello che attira gli sguardi altrui sono io, quello che corre! Ben presto inizio a fregarmene altamente, confortato dal fatto che ogni volta che mi alleno incontro una o due pattuglie delle varie forze dell’ordine che mai mi degnano di uno sguardo, conferma che la legge è dalla mia parte! Sarà così per tutto il mese di Aprile fino alla fatidica data del 4 Maggio.

4 Maggio ore 18 circa, parto per il Ruffini sapendo già cosa troverò, invece è molto peggio: sembra l’outlet di Serravalle il primo giorno dei saldi. Impossibile rimanere distanziati da nessuno. Chissà se tra quella massa di persone ci sono anche quelli che insultavano i runner solitari? Faccio mezzo giro e scappo.

Ora che siamo in fase di semi-normalità è doverosa una riflessione a mente fredda e a chi mi chiedesse perché ho corso, rispondo così. Ho corso perché era concesso farlo a certe condizioni, ho corso perché da solo senza avvicinare nessuno non ho messo a repentaglio la salute altrui e del sottoscritto, ho corso perché il sintomo principale del covid-19 è la dispnea (carenza respiratoria) e cosa c’è di meglio di una corsetta per rendersene conto? Ho corso perché i morti che nei TG erano freddi numeri,  io li ho visti tutti i giorni coi miei occhi e probabilmente volevo esorcizzare il dramma che stavamo vivendo.

Avete corso anche voi? Bene! Non avete corso? Bravi! L’importante è essere a posto con la propria coscienza e io lo sono al 100%. Non siete d’accordo con me? Ottimo, vige la libertà di pensiero.

Speriamo di rivederci al più presto in gara e buona corsa a tutti!

Commenti  

#3 Panarese Dario 2020-07-02 14:48
Ottimo Ferruccio, bel racconto piacevole. Sono assolutamente d'accordo con le tue considerazioni e riflessioni !!! Viva la corsa
#2 Bergamini Paolo 2020-06-11 20:36
Bravo Ferruccio!
Io direi anche che l'importante è rispettare le regole, e tu, come me, lo hai sempre fatto durante tutto questo folle periodo. Arrivederci sui percorsi di gara!
#1 Burdisso Gabriele 2020-06-11 10:57
Bravo Ferruccio.
Grazie di averci reso partecipi di questo bel racconto.

Effettua il login per poter scrivere un commento