LE MIE MARATONE DI TORINO

LE MIE MARATONE DI TORINO di Dino Della Malva

della malva in action400

Esordio con i colori sociali il 24-03-2013 "11° TuttaDritta Internazionale" Torino m. 10.000

Quest'estate, tra una nuotata e una camminata in montagna, nella mia testa ha cominciato a prendere forma l'idea di correre nuovamente la maratona della mia città, Torino e, come valore aggiunto, di correrla come pacer.
 

Pertanto ho scritto alla Team Marathon, la società che si occupa dell'organizzazione dell'evento, dando la mia disponibilità a fare il pacer, con un range di tempo compreso fra le 3h 45' alle 4h15'. Si parla molto dei Pacers, per me – dopo essere nato e cresciuto come pacer nelle edizioni della Hipporun, la mezza di Vinovo - è  essenzialmente mettermi a disposizione dei runners, cercando di tenere un passo il più costante possibile e cercando di incoraggiare gli atleti a tenere duro per arrivare al traguardo. Ricevo una risposta positiva. Cosi non rimane altre che prepararmi, allenandomi sul tempo concordato (4 ore) e aspettare il giorno della maratona. Finalmente il momento atteso arriva. Il ritrovo è fissato alle ore 7,30 presso lo stand dei pacers. Breve briefing in cui il responsabile dei pacer ci istruisce, sottolineando il fatto che gli atleti che accompagneremo al traguardo vengono prima di ogni altra cosa. Ci cambiamo , ci attacchiamo i palloncini con il tempo prefissato, foto di gruppo davanti al gonfiabile della partenza e ci buttiamo nella mischia in attesa di partire. Il tempo è clemente, la pioggia prevista ci ha graziato e direi che è l'ideale per correre.

gruppo pacer to300

L'inno di Mameli, lo sparo e finalmente si parte. Si chiacchiera allegramente, qualche battuta per tenere alto il morale della truppa, ma sopratutto si ascoltano storie, fatte di fatiche in allenamento, esperienze e ricordi. Si percepisce la voglia di sfidare la “Regina” e arrivare al traguardo per portarsi a casa un' altra medaglia. Tra un km e l'altro una sbirciatina al cronometro e al braccialetto-tempi per sapere come siamo messi. Circa al decimo km mi accorgo che due atleti, che stanno spingendo una carrozzina, non trovano i loro cambi lungo il percorso, cosi gli offro la mia disponibilità. Accettano, cosi in meno di un batter d'occhio mi trovo catapultato in una nuova esperienza, a spingere una carrozzina a tre ruote. Sopra c'è una donna, ammalata di sclerosi multipla, che vive il viaggio con continue battute e tiene alto lo spirito. Per me la difficoltà maggiore  è contenere lo sbandamento della carrozzina. Spingo per 2 km, sottopasso di Nichelino compreso, abbastanza impegnativo sia in discesa che in salita. Soddisfatto per la mia azione, riaffido la carrozzina ai “legittimi proprietari” e torno ad occuparmi del mio compito principale. Attraversiamo Nichelino, secondo me il pezzo più bello del percorso, perché senti in pieno il calore della gente. Diversi ragazzi che suonano la batteria,il gruppo storico che canta e balla e tanta gente comune ai bordi della strada ad incitare ogni atleta. Mi piacerebbe che fosse cosi lungo tutto il percorso, in queste condizioni corri e non senti la fatica. Mi piacerebbe che gli organizzatori della maratona invitassero tutte le società podistiche di Torino ad organizzare il tifo ad ogni km, mettendo un premio per il km più “tifato”, e invito ogni lettore a lanciare idee per avere più tifosi lungo il percorso. La mia idea nasce dal fatto che ho  visto personalmente un gruppetto di tifosi – gli Orchi della società Orchi Trailers - fare un tifo infernale sulla cima del monte Chaberton (a 3100 m d'altezza),  nella seconda edizione del trofeo Monte Chaberton del 2016. Superato Nichelino, attraverso il passaggio in Beinasco, si raggiunge nuovamente la città. Si percorre uno dei tratti più brutti del percorso, caratterizzato da lunghi vialoni completamente deserti (Corso Settembrini con i resti della ex fiat e via Zino Zini, con i resti del villaggio olimpico del 2006). Negli ultimi anni credo che il percorso sia migliorato, infatti tocca alcune bellezze della nostra città, Via Po con la Chiesa della Gran Madre sullo sfondo, il Parco del Valentino e il suo Borgo Medioevale, Piazza Statuto. Inoltre il rettilineo finale di Via Roma con l'attraversamento di Piazza San Carlo e l'arrivo in Piazza Castello vale il prezzo dell'iscrizione. Ma penso che si possa fare ancora di più, mi piacerebbe che tutta la maratona corresse in città (Nichelino compresa), cosi come accade nella maratona di Roma. Ho pensato di disegnare un nuovo percorso tutto in città e di sottoporlo all'attenzione della Team Marathon e invito ogni lettore ha fare lo stesso. Nella speranza che il prossimo anno ci sarà un nuovo percorso, tutto cittadino. Dal 30esimo al 40esimo km corro un po' in soggezione, poiché un podista mi si attacca letteralmente alle chiappe, lascia tra di noi pochissimo spazio, non oso fermarmi per paura di essere tamponato. Forse penserete che sono esagerato, ma dico questo perché ho le prove video. Infatti al 34 km circa ci sono mia moglie e i miei figli a salutarmi, con mia moglie in modalità video. In quel punto il percorso curva a sinistra, mentre io scarto un po' a destra dove sono posizionati i miei figli. Nel video si vede il podista seguire me e non il percorso di gara. Poi al 40 km mi supera e io mi rilasso. Alla fine di tutto mi ha colpito la sua determinazione. Ormai siamo quasi arrivati, si entra in via Roma, dove c'è ancora molta folla presente. Linea de traguardo tagliata in 3ore 59' 08”. Il rettilineo finale mi riporta alla mia prima maratona, corsa a Torino il 18 novembre del 2012. Una maratona di cui non ho mai scritto niente, ma le cui emozioni sono ben presenti e vive nella mia memoria. Una maratona che ho corso a sensazione, libero da riscontri cronometrici, pur avendo il cronometro al polso, il mio obiettivo era arrivare in fondo e gestire la paura di non farcela. Una maratona preparata da solo, documentandomi su internet. Una maratona in cui aspettavo con timore il famoso muro del 30esimo km e in realtà e per fortuna non è mai arrivato. Una maratona in cui ho corso l'ultimo km a tutta perché ne avevo ancora e perché ero pompato dalla musica che usciva dalle casse, precisamente da “Viva la Vida” dei Coldplay, una canzone che sarebbe diventata la suoneria del mio cellulare. Una maratona in cui la vista di familiari e amici mi ha quasi fatto venire le lacrime agli occhi e mi ha quadruplicato le energie. Una maratona chiusa in 3 ore 40' 51” e con lo sguardo verso il cielo. Una maratona che ho corso da non competitivo, ma in realtà già da Orange, infatti avevo scelto per l'occasione una canotta arancione.

dino in action 2 e 3

 

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